Hanno percorso mezza Italia, partendo da Torino il 15 agosto scorso, passando per Vercelli, Mortara, Fiorenzuola e poi, attraverso il passo della Cisa, raggiungendo Pontremoli ed Aulla. In Toscana hanno proseguito per Pietrasanta, Lucca, San Gimignano, Siena e San Quirico d’Orcia. Entrati in Lazio, sono passati da Bolsena, Viterbo per poi arrivare a Roma, il 20 settembre, in piazzale di Porta Pia, puntuali per unirsi a chi ricordava l’anniversario di quel momento così importante nel cammino per la laicità dello stato. L’ultima tappa l’hanno voluta fare insieme alla senatrice Monica Cirinnà, relatrice del disegno di legge sulle unioni civili. Si sono fatti dei selfie in Vaticano ed infine, il giorno dopo, sono finalmente arrivati a destinazione, nel Campidoglio romano, ricevuti in pompa magna dal Sindaco Ignazio Marino nella Sala delle Bandiere. Non sono dei pazzi che hanno percorso circa 830 chilometri a piedi lungo l’antica via Francigena, la strada medioevale dei pellegrini, ma sette attivisti lgbt, alcuni di essi iscritti al Club Alpino Italiano di Torino, cui si sono aggiunti, di tappa in tappa, una quarantina di altri “camminatori”. Per scoprire chi, dove, come e perché abbiamo intervistato uno degli organizzatori, Massimo Battaglio.
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