Da qualche giorno gli utenti dei social network hanno puntato la propria attenzione su una campagna di Forza Nuova battezzata #NoGender. In alcune locandine sono raffigurate due ragazze intente a radersi il viso, accompagnate con le frasi “vogliono insegnare questo ai tuoi figli – ti diciamo come opporti“. In risposta alla campagna altamente disinformativa, basata sulla convinzione dell’esistenza della sedicente “teoria gender”, è viaggiata in rete un’iniziativa spontanea: #MaQualeGender. Abbiamo chiesto a chi l’ha ideata, Carmen “Asterisco” Ferrara, di raccontarcela.
Ciao Carmen. Ma tu, chi sei?
Sono una persona genderqueeer, ho 22 anni, studio scienze politiche e faccio attivismo in Arcigay Napoli con delega alle queer questions.
Come mai “Asterisco”?
“Asterisco” perché quando parlo di me a volte le desinenze “a” per il femminile e “o” per il maschile mi stanno strette. Strette perché dietro una declinazione di genere c’è una storia, che per quanto riguarda la mia sensibilità sento costretta e asfissiante. L’asterisco mi sembrava un buon modo per raccontarmi secondo quelle che sono le mie ragioni non binarie. In realtà, pur essendomi indifferente il genere nel linguaggio parlato, scrivere di me con gli asterischi mi sembra un modo politicamente valido per far comprendere alla gente la fluidità della mia identità di genere e la richiesta (pretesa) che questa venga rispettata. Il soprannome Asterisco in realtà è nato dalla domanda che costantemente mi veniva rivolta “ma sei maschio o sei femmina?”. E io rispondo: “sono un asterisco!”.
Quando hai visto le locandine di FN cos’hai sentito e cosa ti ha spinto a rispondere?
Quando tempo fa (forse un anno) vidi i manifesti di Forza Nuova, mi feci una grande risata, ma avendoli rivisti ora, nella mia home di Facebook, i miei sentimenti erano mutati. Sarà che siamo esposti a un’informazione che all’ordine del giorno vede episodi di violenza di genere; sarà che da quando ho una compagna MtF sono maggiormente soggett* a domande morbose, che sono il frutto di una cultura sessista e genderista…ad ogni modo, la violenza con cui quattro fascistelli ci impongono comportamenti e ci tacciano di inesistenti teorie è divenuta per me insostenibile e insopportabile.
Come è partita la campagna social?
#MaQualeGender, idea nata spontaneamente da me e ripresa dalle compagne di Arcigay donne per farne una campagna nazionale, rappresenta proprio il bisogno ingente di liberazione da tutto quanto è stereotipo; quello stereotipo che rende vittime di ruoli e mantiene viva la discriminazione, la sottomissione, il patriarcato, la misoginia.
Lanciamo un appello, che dici?
Certo! Invito tutte, tutti e tutt* a scattarsi una foto “gender”, in cui si dimostra che non esistono cose da femmine e cose da maschi. Perché le peculiarità di ciascuna persona devono essere libere di manifestarsi secondo le proprie attitudini e in maniera libera: solo così possiamo divenire tutt* un po’ meno costrett*.
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