Terminate le grandiose Olimpiadi di Rio ora è tempo di Paralimpiadi, dedicate agli atleti con disabilità: inizieranno il 7 settembre e termineranno il 18, sempre a Rio. Spesso queste si accompagnano al silenzio, o alla trattazione minimalista, della maggior parte della stampa: per questo molti media stanno cercando di promuoverle il più possibile.
Vogue Brazil ha scelto un modo assolutamente unconventional per sensibilizzare l’opinione pubblica al tema, da molti ampiamente criticato: nell’ultima campagna pubblicata in preview sul loro account Instagram hanno modificato con Photoshop i corpi di due modelli, Cleo Pires e Paulo Vilhena (che sono tra l’altro ambasciatori del Comitato brasiliano per le Paralimpiadi), per farli sembrare disabili: la foto di Pires è ispirata all’atleta Bruna Alexandre, atleta di tennis da tavolo a cui manca un braccio, mentre quella di Vilhena a Renato Leite, giocatore di pallavolo che ha perso una gamba.
#SomosTodosParalímpicos è l’hashtag lanciato per l’iniziativa: molti però non hanno gradito l’idea, sindacando al magazine di moda il fatto di non aver utilizzato atleti paralimpici reali. La rappresentazione della realtà dei disabili nei media, secondo alcuni, non può essere attuata in questo modo.
Even though there are models with those very disabilities @vogue could’ve featured, they’ve modeled together too. pic.twitter.com/q7jTCJysTZ
— Beth Elderkin (@BethElderkin) 24 agosto 2016
In realtà Bruna Alexandre, protagonista con la sua disabilità, ha difeso l’operato del giornale chiarendo che l’iniziativa ha un fine positivo e affermando di essere stata presente durante tutto lo shooting: “Sono orgogliosa di far parte di questa campagna. La presenza dei modelli Cleo e Paulo aiuta a intensificare e diffondere la campagna, che ha l’obiettivo di aumentare la visibilità del Movimento Paralimpico e delle Paralimpiadi in particolare“.
Secondo una ricerca di Ruderman White Paper la rappresentazione nei media della comunità disabile è bassissima: se un cittadino americano su cinque ha una disabilità, solo il 5% dei personaggi TV americani rappresenta la comunità.
Cosa ne pensate? Rispondete al nostro sondaggio qui sotto!
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
Giusto giusto più che giusto: noi disabili siamo una minoranza troppo spesso ignorata. Io poi che sono gay sono nella minoranza di una minoranza eppure ne sono orgoglioso: campagne pubblicitarie come questa sono benvenute e anzi ce ne vorrebbero sempre di più!