NAPOLI. Gay Urbanism. Così si potrebbe chiamare quel fenomeno di inurbamento gay che trasforma interi quartieri cittadini, centrali ma spesso dimenticati, riportandoli a nuova vita. Dopo le grandi città europee (vedi Madrid e Barcellona) e americane (Harlem a New York), adesso è possibile anche in Italia trovarne vari esempi. Uno dei casi più eclatanti è certo quello di Napoli, dove la scelta di parecchi gay di andare a vivere nei vecchi Quartieri Spagnoli sta trasformando questo famigerato dedalo di vicoli nel nuovo gay district della città.
Alberto, un giovane ingegnere che lavora tra l’Italia e la Francia, mi spiega i tempi e le modalità di questo fenomeno napoletano. "I Quartieri sono stati completamente abbandonati a se stessi per decenni. Alla metà degli anni ’90, mentre era in pieno corso il recupero e la rivitalizzazione del centro storico, c’è stata tutta una generazione di gay trentenni che si apprestava a mettere su casa. Non volendo andare ad abitare in periferia, e non avendo i mezzi per una casa nei quartieri più eleganti, parecchi di noi, come anche alcuni artisti e intellettuali, hanno scelto di venire a stare qui ai Quartieri, dove con poco denaro era possibile acquistare case in una zona centrale e soprattutto non anonima. "
La casa di Alberto è molto bella, in un palazzo antico e, ça va sans dire, con un terrazzo con vista su Capri. Tutte caratteristiche che in realtà sono piuttosto comuni tra le case gay dei Quartieri. Quelli che sono venuti ad abitarci negli ultimi anni sono ancora dei ‘pionieri’, così hanno potuto scegliere gli appartamenti migliori, tipicamente attici con terrazzo. Unico neo, la mancanza dell’ascensore ("ma così si fa anche ginnastica, che vuoi di più?").
E c’è già chi sta sfruttando l’idea a livello imprenditoriale. Simone, pur non lavorando nel settore immobiliare, sta investendo del denaro nell’acquisto e nella ristrutturazione di diversi appartamenti: "I Quartieri sono in continua ascesa nel mercato delle case. Negli ultimi cinque anni i prezzi sono già saliti parecchio e continueranno a farlo. Inoltre gli appartamenti migliori spariranno. Così ho deciso di acquistarne alcuni con un mutuo e rivenderli o affittarli, dopo averli messi a posto".
Chi abbia della zona un’idea derivata dalla cronaca nera faticherà a trovare credibile la pacifica convivenza tra i vecchi residenti e la nuova ondata d’inquilini. In realtà i Quartieri, nati nel ‘500 per volere di don Pedro da Toledo come alloggiamenti militari, sono storicamente molto tolleranti. È qui che hanno sempre abitato i ‘femminielli’, i travestiti napoletani mattatori di famose tombolate. Certo è un tipo di omosessualità molto diversa da quella che adesso sta prendendo piede nella zona. Tuttavia "se ti comporti con naturalezza, senza provocazioni, nessuno ti disturba", mi racconta Marcello, docente universitario non ancora quarantenne. "Io e il mio compagno magari evitiamo di camminare abbracciati, ma per il resto non abbiamo alcun problema. I nostri condomini fingono di credere che siamo cugini e così riescono ad accettare con naturalezza la nostra convivenza".
"Sai qual è la cosa più divertente? – dicono Alessio e Peppe, due giovani pubblicitari. "Di fronte a noi, sullo stesso pianerottolo, abita un’altra coppia gay. Certe volte ci sentiamo come in una sit-com, sai tipo Neighbours o Friends. Anzi, sai che sarebbe proprio una bella idea per una serie televisiva?"
Le foto di questo servizio sono di Massimo Pastore
di Antonio Zagari
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