L’aggressione – È stato aggredito prima verbalmente e poi picchiato,
con un pugno in faccia, perché gay e poi umiliato da un infermiere in ospedale, che gli ha consigliato di farsi "curare da uno psicologo". È accaduto a Reggio Calabria, a pochi passi dal Teatro Comunale, dove è stato preso di mira Claudio, 28 anni, che, insieme al suo compagno e ad altri amici, stava trascorrendo la serata davanti ad un locale. Al grido di "ricchione di merda" e dopo una serie di provocazioni verbali chiaramente omofobe, una delle tre persone scese da un’automobile per dare evidentemente, senza alcun motivo, una "lezione" al gruppetto, ha sferrato un pugno in faccia al ventottenne, reo di non essersi intimidito davanti alle offese rivoltegli. A rendere noto l’episodio è stata l’Arcigay "I due mari" di Reggio Calabria dopo la denuncia presentata dalla vittima alla polizia, che ha avviato le indagini per identificare i responsabili dell’aggressione.
L’infermiere – Per Claudio e per i suoi amici la violenza forse più profonda e grave, però, è stata quella che ha raccontato di avere subito in ospedale, dove il giovane si era recato per lo spostamento del setto nasale subito a causa dell’aggressione, con una prognosi di trenta giorni. Claudio, che attualmente non lavora e vive da qualche tempo nella città calabrese, rivive quegli attimi. "Prima sono stato picchiato in modo barbaro per strada – dice – e poi sono stato umiliato da un infermiere in ospedale dove mi sono recato per curare le ferite. Quando sono arrivato c’era questa persona che mi parlava in dialetto e che ha continuato a ripetermi che lui poteva presentarmi uno psicologo che mi avrebbe fatto guarire. Ha aggiunto anche che se fossi stato con una bella ragazza questo non sarebbe accaduto. Una situazione davvero imbarazzante perché poi l’infermiere ha continuato a fare una strana confusione su vicende che riguardano gli ormoni e l’omosessualità. Insomma mi sono sentito trattato come un essere anormale".
l Sindaco – Il sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena ha incontrato i
rappresentanti del comitato Arcigay e li ha informati di aver contattato telefonicamente il direttore dell’azienda al fine di conoscere quanto accaduto al pronto soccorso del nosocomio reggino. Dalla Asl, inoltre, hanno annunciato l’avvio di un’indagine interna che accerti eventuali responsabilità della struttura infermieristica che ha curato il giovane dopo l’aggressione. "La nostra – ha commentato Arena – non è una città omofoba, e i comportamenti scellerati di qualche bullo dalla mentalità distorta non possono essere assunti a simbolo di una intera comunità. Detti episodi, che altrove sono una drammatica realtà, da noi si sono verificati molto raramente; è proprio per questo che bisogna reagire con forza e decisione affinché non prenda piede anche da noi la cultura dell’intolleranza. Spero che i responsabili di un gesto cosi vigliacco siano al piu’ presto identificati e puniti con la massima severità che il caso richiede".
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