Il pm di Milano Elio Ramondini che sta seguendo il caso della ragazza lesbica aggredita in un ristorante la scorsa settimana, ha contestato "l’aggravante dell’aver agito per motivi abietti quali l’omofobia" all’uomo di 35 anni che ha ammesso di avere colpito la giovane che era in compagnia di un’amica. L’uomo, un commerciante con piccoli precedenti, è accusato di lesioni e violenza privata. L’aggressore, indagato a piede libero, avrebbe "con violenza" aggredito le due donne per costringerle a non baciarsi e per fare in modo che la loro amica smettesse di fotografarle mentre si baciavano.
"Il pm Ramondini, in assenza di un aggravante specifica per i reati a sfondo omofobo, ha giustamente deciso di far rientrare l’omofobia tra i motivi abietti per i quali è prevista l’aggravante generica. Questa è la prova provata che il paese ha bisogno con estrema urgenza di una norma che contrasti le aggressioni a sfondo omofobo e transfobico – ha commentato l’onorevole Paola Concia -, perché altrimenti la magistratura sarà costretta a sostituirsi alla politica per colmare un vuoto normativo che non garantisce un’efficace lotta alla violenza e che rappresenta una sconfitta per le istituzioni".
"E’ evidente – continua Concia che è stata relatrice del testo bocciato per le pregiudiziali di costituzionalità – che questa decisione costituisce un precedente per tutti i futuri casi di violenza omofoba e transfobica. Dopo che il centrodestra ha bocciato la legge contro l’omofobia e la transfobia, mi auguro che i magistrati vogliano seguire la linea tracciata dal loro collega di Milano e che la politica si decida a svolgere, con senso di responsabilità, il ruolo che gli compete: ovvero legiferare su quella che ormai è una vera e propria emergenza nazionale".
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