PARIGI – Le dark francesi stiano attente alla diffusione dell’Aids. Altrimenti rischiano di diventare il bersaglio e il "capro espiatorio" delle istituzioni sanitarie. L’ultimo rapporto dell’Istituto di controllo sanitario francese suona praticamente come una minaccia. Ha registrato quello che si sa da anni. Che spesso i frequentatori delle darkroom si espongono a pratiche a rischio: cioè non usano il preservativo per le penetrazioni o per le eiaculazioni in bocca. Le dark in Francia non sono legali ma sono tollerate. E quindi devono assumersi ancora meglio le loro responsabilità.
Il dato folgorante è questo: il 70% dei sieropositivi intervistati che frequentano regolarmente le darkroom dichiara di avere rapporti non protetti con partner occasionali. Traduzione: le campagne di responsabilizzazione dei sieropositivi non sono arrivate a destinazione. E la stessa cosa vale per quelle destinate ai sieronegativi. I messaggi pubblicitari che puntavano sui rischi della malattia e sulle costrizioni legate anche ai nuovi trattamenti che certo tengono a bada il virus (per quanto tempo?) ma non lo debellano, non hanno colpito nel segno. E soprattutto non hanno scatenato comportamenti sessuali responsabili conseguenti.
Qualcosa non va. Tutti sanno che o si usa il preservativo o si becca l’Aids, che non c’è fortuna che tenga, che non esistono medicinali per sconfiggere la malattia. Tutti sono informati, soprattutto in una grande città come Parigi in cui le campagne si fanno e all’ingresso delle darkroom si distribuiscono preservativi a volontà oltre che tutti gli opuscoli informativi (quando diventeremo grandi anche in Italia?), ma lo stesso molti, nel momento del massimo godere si lasciano andare alla massima imbecillità. Conseguenze principali il ritorno in forza della sifilide e delle altre malattie sessualmente trasmissibili e l’accelerazione della progressione dell’Aids.
Nel 2000 ogni 1000 test per l’Hiv (il virus dell’immunodeficienza umana che scatena la Sindrome da immunodeficienza acquisita AIDS) 9,3 sono risultati positivi. Nel 1998 questo dato sfiorava appena la cifra 7,4. Nel 1999 era salito a 8,5. Ed eccoci al 2000.
L’istituto nazionale di controllo sanitario ha distribuito, per un mese, ai clienti delle 62 dark, sauna e sex club di Parigi, un questionario dettagliato per capire meglio quali siano i loro comportamenti sessuali. Sui 17200 questionari distribuiti ne sono stati raccolti 2026. Ritratto tipo degli intervistati: 34 anni (media), buona cultura (università 63%), parigino di nascita o di adozione (87%), omosessuale (87%). Nove su dieci ha già fatto il test Hiv. Il 16,5% si dichiara sieropositivo. Il 40% afferma di aver eiaculato in bocca a partner occasionali, il 25 % di aver ricevuto in bocca lo sperma di persone appena incontrate. Da ricordare qui che basta una lesione della gengiva (molto frequente) e il virus può entrare. Il 52% afferma di aver ricevuto richieste di penetrazioni non proterre. Un terzo di questi dichiara di aver effettuato penetrazioni anali non protette con partner occasionali nell’ultimo anno. Il tasso raggiunge il 54% fra i sieropositivi e il 27% fra coloro che non hanno fatto il test o che sono sieronegativi. Sul totale degli intervistati il 30 per cento dichiara di aver avuto nell’ultimo anno relazioni complete non protette. Fra coloro che si definiscono clienti regolari delle dark il 42% dichiara di aver avuto rapporti non protetti. Fra gli avventori occasionali invece il tasso scende al 27%.
C’è di che preoccuparsi. C’è da mobilitarsi. Il sindaco di Parigi Bertrand Delanoe ha sostituito con un gesto simbolico evidente le bandiere della Repubblica della facciata dell’Hotel de Ville, il municipio francese, con due grandi cartelloni con i fiocchi rossi della lotta all’Aids. Il presidente della Repubblica Jacques Chirac ha richiamato alla responsabilità i suoi cittadini ed il ministro delegato alla salute Bernard Kouchner ha lanciato l’ennesima campagna di prevenzione. Intanto, Act Up, la più virulenta delle associazioni francesi contro l’Aids, il 1° dicembre sfila sotto lo striscione: "L’altra guerra: 10 mila morti al giorno".
di Giacomo Leso
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