Si è svolta domenica sera presso la Fondazione Gaber la commemorazione delle vittime dell’esplosione di Viareggio, ad un mese da quel tragico fatto. Tra le persone colpite in quella notte di fuoco c’era anche una coppia, Sara ed Emanuela nei confronti della quale è stato commesso un ultimo, estremo atto di discriminazione. Delle due, Sara non è riuscita a scampare alla tragedia, mentre Emanuela lotta ancora in un letto dell’ospedale di Genova. Sara ed Emanuela, però, al contrario di quanto è stato detto durante la commemorazione, non erano semplicemente amiche.
Erano una coppia, erano amanti, un amore che, evidentemente, non meritava di essere pubblicamente riconosciuto, neanche durante una cerimonia che è stata, certamente, commuovente, partecipata e sentita dalle 6000 persone presenti. Un amore che, però, durava da tempo, che era accettato, raccontano gli amici, condiviso e ben visto anche dalle rispettive famiglie e che era forte al punto che Sara si è sacrificata per salvare la sua Emanuela.
"Senza inutili polemiche – ha dichiarato la responsabile di GyLib Toscana Luisella Audero -, vogliamo evidenziare ancora una volta l’ipocrisia nel non voler accettare il diritto all’omoaffettività, mancando di equiparare in vita e in morte l’amore di Sara e Emanuela così come, invece, avviene spesso, ma non sempre, nella realtà. E quando non avviene è perché accadono episodi di discriminazione e chiusura e paura come quello di domenica sera. Come se fosse una vergogna l’amore lesbico, come se fosse un amore di serie B".
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