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La liquidità connaturata alla cultura queer offre alla società una prospettiva di armonia e amore sociali che le culture di matrice ideologica o religiosa non riescono più a fornire.

DominikSadoch
Model Dominik Sadoch - Photo Alessandro Favaron
3 min. di lettura

Se qualcuno pensa che al Gay Pride si debba sfilare con moderazione e abbigliamento morigerato, non dimostra di conoscere a fondo gli esseri umani, in particolare non dimostra di conoscere a fondo il popolo LGBTQI.

Se qualcuno pensa che un media come gay.it debba scrollarsi di dosso quell’universo di linguaggi e codici radicali che spaventano i benpensanti della conservazione, non ha molto capito dove stanno andando le forme di rappresentanza politica in termini di linguaggi e codici espressivi.

Se qualcuno pensa che la provocazione visiva e il comportamento fuori dall’ordinario debbano essere ricondotti a più armoniose compostezze, forse non sa che gli algoritmi biologici che generano il caos della vita contemplano proprio il non ordinario come spunto casuale da cui partire per un nuovo progetto organico, quindi per una nuova forma di vita.

Se qualcuno ritiene che la norma significhi normalizzazione e dunque, per essere più specifici, se qualcuno ritiene che una norma come la legge sulle unioni civili approvata in Italia, che è certamente una conquista, possa instillare un flusso di appagamento e normalità, non conosce il fuoco di orgoglio che esplode in ciascun essere umano rispetto all’istinto di avere una propria identità unica e non omologabile.

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Model: Dominik Sadoch – Photo Alessandro Favaron

Un media come gay.it ha senso in relazione allo stato di perenne trasformazione che la cultura queer ha nella sua intrinseca natura ibrida, multiforme, fluida. Ciò che si separa, poi si ricompone e si mescola e reagisce, zampillando da nuovi passaggi e fluendo per inesplorati canali.

Oggi la crisi delle democrazie e dei sistemi di rappresentanza apre scenari inquieti sulla gestione delle complessità future, sia nella vita domestica dei nostri salotti e monolocali, sia sulla scena globale delle movimentazioni finanziarie e di potere economico e geopolitico. Ma i nuovi linguaggi e le nuove forme di aggregazione offrono anche prospettive di evoluzione e confronto, dai quali scaturiscono nuovi stili di vita, nuove esigenze sia individuali sia collettive, e soprattutto ricomposizioni sociali inedite rispetto a quelle che il novecento definiva classi sociali.

In un quadro così mobile e dinamico, la liquidità connaturata alla cultura queer ha non solo risorse di adattamento ed evoluzione eccellenti per dare risposte di inclusione e libertà di espressione al popolo LGBTQI. Ma soprattutto fornisce al resto della società una prospettiva di armonia e amore sociali che altre culture, come quelle di matrice ideologica o religiosa, non riescono più a fornire.

Su gay.it, con l’editore e la redazione, vorremmo provare a costruire una piattaforma di rappresentanza e incontro tra la vita della comunità LGBTQI e la vita pubblica, composta in parte da politica, media e istituzioni, in parte da aziende e mercati.

Al contempo, vorremmo provare a suggerire al resto della società come cogliere quel segreto che la cultura queer porta incontrollabilmente dentro di sé e che riconduce ogni essere umano alla purezza della sua unica e non replicabile identità.

Dateci tempo, seguiteci, fatevi sentire, proponete, collaborate, scriveteci, venite a trovarci.

Il futuro è di chi ama in libertà, senza condizioni.

Giuliano Federico

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Approfitto di questo mio primo editoriale per ringraziare Alessio De Giorgi e il suo instancabile e tenace operato, un uomo che certamente non è amato da tutti, come accade a tutti gli uomini che agiscono, ma che sicuramente è entrato nella storia del movimento LGBTQI italiano che a lui e a gay.it deve moltissimo. Un in bocca al lupo ad Alessio per il suo incarico governativo.
Leggi editoriale di Alessio De Giorgi >

Grazie anche a Daniele Iannacone e Com.MA per la fiducia e l’entusiasmo con cui hanno scommesso su di me e sul nostro studio creativo. E a proposito grazie infinite al mio amico e socio Marco Braga, con me ancora una volta in questa nuova sfida, così eccitante e così coerente, sicuri come siamo di aver sempre fatto la scelta giusta, perché sempre spinti dai nostri comuni e non negoziabili ideali.

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Manlio Converti 2.6.16 - 12:53

È scientificamente provato che non esiste nessuna differenza significativa nel funzionamento del cervello tra maschi e femmine se non tratti culturali modificabili con quindici minuti di stress ossia apprendimento. La verità è che le persone hanno tutte un cervello senza genere che assimila tratti culturali e che autonomamente cambia il proprio corpo, tutti lo facciamo, ma alcuni in un senso che urta il tabù del genere che è sempre solo una questione culturale. Anche l'orientamento sessuale è una questione di gusti tra corpi e non una questione metafisica, ma in questo caso non esiste una legge che ci obbliga a dimostrare una inesistente anima gay prima di sposarci con le Unioni Civili! Al contrario, anche le pericolose terapie riparative dipendono dall'ontologia metafisica. Invece siccome è solo una questione di corpi chi soffra di rapporti egodistonici con l'orientamento sessuale dovrà solo liberarsi del minority stress e godersi la vita good as you! Purtroppo le persone transessuali ci tengono alla falsa posizione metafisica di essere un cervello con un genere diverso dal proprio corpo e si torturano da sole, tanto più che alcune persone transessuali non richiederanno mai la transizione dei genitali ed altre ne fanno il centro della propria identità, autoproducendosi un malessere da transfobia interiorizzata che sommata ai gravissimi maltrattamenti familiari e sociali chiamiamo Disforia di genere. Se uscissimo dell'assurda posizione metafisica e affermassimo e divulgassimo quanto la scienza ha dimostrato da decenni, l'informatica grazie ad Alan Turing dagli anni quaranta, in filosofia Simone de Beauvoir e in letteratura Le tre ghinee di Virginia Woolf, faremmo un piacere anche alle donne eterosessuali che subiscono maltrattamenti, stalking e femminicidio supponendo l'inesistente differenza di genere, prodotta solo dalla reale differenza dei corpi. Misoginia, Omofobia e Transfobia diventano così solo razzismo di genere invece che assurde condotte su base psicanalitica e metafisica. Banale e osceno razzismo cui ci si può opporre e si può uscire anche con la prevenzione, cioè con la semplice educazione e informazione scientifica corretta. L'esaltazione della differenza metafisica di genere, ancorché comprensibile dato l'elevato numero di vittime, rischia di inviare il messaggio contrario e di rinforzare l'idea che esistano differenze di genere metafisiche. Questa assurdità escatologica e semantica, tanto ideologica e nominalista quanto priva di basi scientifiche, aumenta il numero di persone con corpi maschili e di ogni orientamento sessuale che arretra in una posizione identitaria aggressiva verso la diversità culturale del femminile, delle femministe, dei femminielli e degli effeminati solo a causa del suffisso nominale che diventa una sostanza autonoma che minaccia con il potere delle parole il sé reso fragile da chissà quanti eventi completamente diversi. In pratica un minority stress che produce un criminale invece di una vittima con uguale sofferenza psicologica grave ed una aggressività rivolta all'altro, al diverso semantico, invece che al sé, quando sappiamo benissimo dell'elevato rischio suicidario delle persone Lgbt e della sindrome di Stoccolma delle donne vittime di violenza domestica. La struttura falsa della metafisica di genere produce mostri aggressivi verso una inesistente differenza della sostanza ( propria o altra da sé), dello spirito umano insomma, che è uguale qualunque sia il genere e orientamento sessuale e diverso solo per motivi culturali ampiamente superabili. Finché non si ripenserà l'intero movimento femminista e Lgbt di fatto fomenterà involontariamente posizioni identitarie altrettanto false e simmetriche a proprio danno. È evidente che ogni forma di violenza va contrastata specificamente ma non esaltando proprio la motivazione psicologica e sociale altrettanto false, abbiamo detto, che l'hanno prodotta.

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Giovanni Flore 1.6.16 - 13:55

Tanti auguri Giuliano per il tuo nuovo incarico. Una dichiarazione d'intenti, la tua, che sottoscrivo appieno. C'è bisogno che la comunità LGBTQI ritrovi una voce critica rispetto alla regressione conformista e alla deriva commerciale (mi riferisco in particolare alla trasformazione dell'ArciGay o come si chiama adesso da movimento per i diritti a network di locali in cui si pagano una tessera e un biglietto d'ingresso - e nessuno sa a che scopo) che l'hanno afflitta. Ti seguirò con attenzione. In c**o alla balena! Giovanni

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