Andy Murray, numero uno delle classifiche mondiali di tennis, si conferma un campione non solo sul campo: “Non sono d’accordo con quanto ha detto Margaret Court”. E il tema sono proprio i diritti LGBT.
Dopo i problemi al gomito e la caduta al Foro Italico per mano di Fabio Fognini, Andy Murray è in questi giorni impegnato con il secondo Slam dell’anno, il Roland Garros di Parigi, dove ha nelle scorse ore superato la pratica Kuznetsov. La fiducia, dopo un periodo di appannamento, sembra tornata e lo scozzese è uno dei favoriti per la vittoria del torneo.
Dopo la vittoria, Murray si è presentato in conferenza stampa per commentare la sua prestazione. Interrogato dai giornalisti circa le recenti dichiarazioni dell’ex campionessa australiana Margaret Court contraria ai matrimoni gay, Murray ha risposto così: “Ne ho sentito parlare in effetti. Non vedo come si possa provare disagio per delle coppie omosessuali che si sposano. Non vedo quale sia la differenza e comunque non deve interessare nessuno. Per quanto mi riguarda ognuno deve avere gli stessi diritti. Non sono per niente d’accordo con lei”.
E ha insistito: “Si parla di boicottare la Margaret Court Arena? Spero solo che la cosa si risolva prima del prossimo gennaio – quando si disputerà il prossimo Australian Open – in modo da evitare che qualcuno perda a tavolino uno Slam solo per essersi rifiutato di giocare sul campo a lei intitolato”.
Ma chi è Margaret Court? È una delle campionesse più vittoriose della storia del tennis e primatista di Slam vinti in carriera: ben 24. Oggi ha 74 anni ed è pastore del Victory Life Centre, una chiesa cristiana di Perth. Da anni è finita nelle cronache sportive e non per le sue dichiarazioni controverse (tra cui questa: “I bambini transgender sono opera del diavolo”).
La scorsa settimana, in una lettera aperta, la Court aveva dichiarato di voler boicottare la Qantas – compagnia di bandiera australiana – in segno di protesta contro l’appoggio dato dalla società ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nelle scorse ore in una trasmissione radiofonica ha detto di voler aiutare le persone omosessuali “Perché nel 92% dei casi hanno subito una forma di abuso durante l’infanzia che le ha portate ad essere così”.
Infuriano le polemiche, soprattutto in Australia: tutti i tennisti e le tenniste del Paese (ma non solo) hanno fortemente condannato le idee della Court e Richel Hogenkamp, una delle poche tenniste apertamente omosessuali nel circuito, ha proposto di rimuovere il nome della Court dal campo di Melbourne a lei dedicato dal 2003.
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