La polizia vieterà il Gay Pride in programma domenica prossima a Belgrado se gli organizzatori non rinunceranno da soli a tenere il raduno, per il quale vi sono forti timori di incidenti. Lo ha detto il ministro dell’interno, Ivica Dacic. «Il Gay Pride si deve fare, ma se vi è il pericolo reale che a margine del raduno vi possano essere gravi incidenti, in qualsiasi paese il Gay Pride verrebbe annullato», ha detto Dacic, citato dall’agenzia Beta.
La chiesa ortodossa – Stamane gli organizzatori, in una conferenza
stampa, hanno confermato l’intenzione di tenere il raduno domenica, e di non avere alcuna intenzione di annullarlo e rinviarlo. Solo le autorità possono vietarlo, hanno detto, venendo così meno ai principi di democrazia e libertà. Il Patriarca ortodosso Irinej da parte sua si è appellato alle autorità serbe, chiedendo che venga vietato quello che ha definito la "Parata della vergogna".
Belgrado brucerà come Londra – Gruppi di ultranazionalisti omofobi
avevano annunciato contromanifestazioni anti-gay per domani e domenica, e il timore delle autorità è che si ripetano le violenze e i gravi disordini avvenuti al Gay Pride dello scorso anno, con un bilancio di oltre trecento fra arresti e feriti, in massima parte agenti di polizia. Nelle ultime settimane, infatti, i gruppi violenti hanno promesso che la capitale sarebbe "bruciata come Londra" durante gli incidenti di agosto scorso.
Le autorità hanno svelato che "gli estremisti si stavano preparando a creare disordini in varie parti di Belgrado al fine di disperdere le forze dell’ordine e di bruciare la sede del governo e di società estere. Così come, secondo alcune informative, avevano intenzione di nascondersi nei garage pubblici per poi dare fuoco agli pneumatici delle auto"
"Il bando al pride di oggi allontana la Serbia dall’Europa avvicinandola ai più retrivi fondamentalismi", è il commento di Arcigay.
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