Il caso dei Bagni misteriosi di Milano: la piscina senza Coca Cola per salvare i bambini ricchi dal degrado

Impazza sul web la polemica. Selvaggia Lucarelli contro Andreèe Ruth Shammah, la direttrice del Teatro Franco Parenti. Milano spaccata tra sostenitori e critici.

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6 min. di lettura

Ha da poco inaugurato a Milano una nuova piscina all’aperto. Un progetto importante, di cui si parlava da mesi, anzi da anni. Un luogo storico, quello dell’ex piscina Botta, ora Bagni misteriosi, complesso balneario chiuso da 8 anni e da tempo in uno stato di degrado assoluto. È stato salvato dalla rovina e trasformato in un posto a quanto pare molto bello dalla Fondazione Pier Lombardo del polo culturale del teatro Franco Parenti, uno dei luoghi istituzionali della cultura milanese. Un posto in cui vengono organizzate in continuazione cose importanti e pregevoli. E fin qua tutto bene.

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A innescare la polemica, tutt’ora in corso, sono stati alcuni post su Facebook e alcuni articoli sul Fatto di Selvaggia Lucarelli, rabdomante della provocazione, reagendo ai quali la dispotica e poco diplomatica matrona del Parenti, Andrée Ruth Shammah, si è esibita, sulla sua bacheca Facebook, in una serie di commenti imbarazzanti, censurando ogni incursione di dissenso, compresa la mia. Tra i bannati infatti c’è finito pure il sottoscritto, reo di aver espresso la propria opinione civile anche se fastidiosa. Ma capisco che sono giornate tese, succede.

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La nota ironica dei commenti della Lucarelli è che la piscina sia, di fatto, un tempietto del radical chic. Stiamo imparando che quelli del Parenti se dici che la piscina misteriosa è radical chic ti mangiano vivo. Loro sono di sinistra, progressisti, vicini al popolo, che radical chic e radical chic. Eppure il sostegno dalle signore della sinistra bene milanese, 15-20 euro di ingresso nel week end, il bar bio-natural-green-km 0, Einaudi e i Radiohead in sottofondo, l’erbetta perenne sintetica da presepe laico, tutto ciò come lo vogliamo chiamare?

Agli amici del Parenti stanno girano fortissimo le balle: erano alcuni anni che si aspettava la riapertura della piscina di via Botta. L’ha preceduta una gran mobilitazione di iniziative e retorica sinistrorsa, tutta all’insegna del valore sociale e politico e urbano e estetico. Ora che la piscina ha aperto s’è scoperchiata la vasca di Pandora: si parla, nel week end, di un 100% in più rispetto al prezzo delle piscine comunali milanesi. Il bar – “Un posto incredibile”, vola basso – è stato affidato al team che gestisce la Cascina Cuccagna, noto locale all’aperto dalle velleità bucoliche.

Serate jazz e aperitivi esclusivi sotto le stelle sono in programma per la corrente stagione estiva. Magnifico. Ma a quanti parla questo progetto? Alla Cuccagna (nota anche come “Un posto a Milano”), permettetemi questa nota personale, per festeggiare il compleanno tentarono di impormi un catering privato. Costo 400 euro. Questa la condizione per riservarmi un tavolo. Perché, giusto per capire di che tipo di posto stiamo parlando, loro dicono che non riservano tavoli – vogliono giocare al centro sociale sciallato, che accoglie tutti. Ma se paghi (tanto) ti tengono il tavolo e ti forniscono pure lo schiavetto che ti serve. Capito, no?

Il confronto con le piscine comunali è continuo: la stessa Shammah nei suoi post ha scritto – e buon dio, non ci si crede: “ai Bagni vogliamo persone educate che apprezzino il restauro i fiori la musica soffusa e che non facciano fuggire le mamme e i bambini che nelle altre piscine non vanno più a causa di ladri pedofili schiamazzatori sporcizia e altro” (non cercate le virgole perché non c’erano).

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Vorremmo dire che ok, tutto benissimo, una favola metropolitana, ma per piacere, che non la si butti sulla cosa per i milanesi, il progetto sociale per salvare i bambini dal degrado. Perché dal degrado lì si salvano solo i bambini ricchi. Tariffe alla mano, mamma papà e, poniamo, due figli, nel week end per entrare spendono 48 euro e se vogliono mangiare qualcosa al bar “incredibile”, addio. Quelli di Rozzano organizzeranno un crowdfunding. 

E’ davvero insopportabile la retorica pseudopolitica che in tanti hanno cercato di riversare su questo progetto. Una retorica che ora si è ridotta al continuare a menarla che è bellina pulitina che non ci sono rotture di palle e tamarri. Quando, almeno sulla carta, quelle rotture di palle e quei tamarri in teoria sono ciò per cui chi guarda “a sinistra” si dovrebbe battere. Volerli tenere a distanza è interessante, vien voglia almeno di farlo notare a queste signore bene della sinistra meneghina, che dovrebbero militare con la Santanché. Sono stronze uguali ma si vestono peggio. Viene da preoccuparsi per questa gente che vive dissociata, che predica bene e razzola creando metafisici bagni retrò dove, con una cuffietta con su il dipinto impressionista costo 10 euro, l’orecchio testo all’assolo jazz e n’addentata al sandwich mignon che costa come una pizza margherita, puoi osservare dall’alto la dignità dei migranti che però puzzano quindi se devono andare in piscina vadano al Lido, la piscina dei poveri in piazzale Lotto, grazie. E senza bere la coca perché fa ruttare, senza patatine che poi ci ungete tutto brutti schifosi.

Insomma tutta questa storia sembra poter rientrare a pieno titolo nella solita pantomima shabby chic per cui “abbiamo così tanti soldi che possiamo giocare a fare quelli che non li hanno. E se ci viene fatto notare che il nostro gioco costa tantissimo ed è per pochi, noi sgraniamo gli occhi, allontaniamo il Metropolitan dalle labbra e: ma come ti permetti puoi sempre andartene da un’altra parte, pezzente che non sei altro”. Una visione un poco fissista della società, signore no? Questo è, anche se si tenta di cavalcare la retorica dell’accoglienza e dell’uguaglianza. Botte piena e moglie ubriaca.  Davanti alle mie critiche, Lady Parenti mi ha suggerito di recarmi alla piscina misteriosa per vedere con i miei occhi la gente che la frequenta. Secondo lei dai connotati, insomma, è possibile evincere il reddito di un individuo. Il 730 scritto sulla pelle. 

Nelle reazioni reazionarie della signora Shammah, a darle man forte sono arrivate anche la super poser Lina Sotis e un altro po’ di signore molto progressiste e molto inserite della Milano che conta. Tutte assolutamente non in grado di distinguere tra argomenti e persona che li produce. Coerentemente col loro deficit si sono messe a insultare la Lucarelli. La Sotis l’ha definita “selvatica”, mentre Lady Parenti alias Shammah, l’ha chiamata “cretina” e ha tentato di ironizzare sul suo presunto “cognome da operaio della Breda”.

Son raffinate, insomma, queste vecchie amiche di Pisapia che spacciano per progetto moralmente edificante queste piscine-casa-di-bambola dove i poveri e i miserabili non possono entrare neanche se usufruiscono della super promozione ingresso per le due ore della pausa pranzo 10 euro + spremuta in omaggio. Che notoriamente mi dicono sfama. Sgradevolissimi poi i commenti di chi cerca di dire che, insomma, 14-15 euro non sono tanti. Il problema è che coi soldi non valgono le opinioni. O li hai o non li hai.

Era chiaro che sarebbe stata una roba così, lo si sapeva. Nessuno si stupisce del luogo in sé e delle sue caratteristiche. Ma vantarsi del valore sociale del progetto deve assolutamente meritare delle gran pernacchie. È una roba tipo Rotary club, tempo fa si poteva pure fare la tessera per affiliarsi al progetto. E tra l’altro qualcuno di quelli che hanno contribuito alla raccolta fondi potrebbe ora avere qualche dubbio sulle proprie donazioni, visto che il progetto si è rivelato un po’ diverso dal sogno socialista dei preamboli.

Questa piscina è fatta apposta per scremare, selezionare. E’ la sua mission. A partire dalla mancanza della Coca Cola, che al bar “incredibile” non troverete. Per scelta. Tutto collabora per creare la cornice ideale per i poser che vogliono stare nel posto figo con la coscienza impegnata. Questa gente non vorrebbe mai dire: ecco il nostro posto esclusivo per fighi. Fanno il posto figo ma devono dire che è un progetto con una carica etica. La formula è esattamente quella del ritorno al passato, a “tutto il buono che c’era un tempo”. Solo che sulla macchina del tempo ci salgono solo in pochi.

Insomma, che si dicano le cose come stanno, tutto qua. Soprattutto se si parla di gente influente, che ha i soldi e decide come devono essere fatte le cose in questa città. A volte chiedere che si dica la verità è l’unica forma di giustizia accessibile ai poveri cristi. 

Jonathan Bazzi

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mabal 16.7.16 - 21:24

Quante parole inutili! Ma le ha viste le file sterminate per entrare, tutti i giorni? Radical chic e file chilometriche non le sembrano leggermente in contrasto, tanto da togliere qualsiasi credibilità a questo profluvio di parole rancorose?

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Luigi Bianchi 14.7.16 - 12:39

Ma una volta che hanno messo a posto una cosa, per di più senza soldi pubblici, cosa c' è da dire? E' troppo cara (e per di più non è vero)? Non andarci, come faccio io. La verità è che lucarelli e i suoi simili oltre a parlare non sanno fare.

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Giovanni Di Colere 13.7.16 - 18:48

Quante parole inutili se vuoi il tamarro vai alla Sant'Abbondio dove abbondano. Punto. Io non vado al concerto della stagione del Conservatorio a rompere perché ci sono solo signore radical con nipoti in infradito pitonate con la erre mosvia mente vorrei ascoltare Ligabue circondato da donne meccanico riparatrici di moto Harley con figlio dallo sguardo maschio tipo sventra passere.

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    Contraria Sunt Complementa 14.7.16 - 12:13

    vabbè dai stacce, certa gente gentrifica, altri mettono luce sulla cosa... 'nte scalda tanto è tutto inutile

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      Onzo 15.7.16 - 8:52

      scusa, ma nel 2016 secondo te la gentrificazione avviene in porta romana? sono decenni che quello è un quartiere alto-borghese, si parla di gentrification quando si acquistano immobili abitati dalla classe popolare per riadattarli all'uso di classi più alte, quella piscina era abbandonata da anni nel mezzo di un quartiere altolocato, è stat riqualificata dal Parenti, non certo sottratta a colpi di soldi e ruspa alle famiglie nullatenenti.

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