BOLOGNA- C’e’ un problema in piu’ per la bandiera della pace, che complica oltremodo la sua esposizione nelle parrocchie. L’arcobaleno, infatti, e’ “anche la bandiera dei movimenti per i diritti civili, e’ la bandiera che ha sventolato di gran lunga, come la piu’ presente, al Gay Pride, a tutti i Gay Pride, compreso quello fatto a Roma nell’anno del Giubileo, e si sa bene la posizione della chiesa cattolica. E’ la bandiera che vuole esprimere tutte le varie forme di sessualita’, dall’omosessualita’ al transessualismo, eccetera, e quindi credo che dei problemi ce ne sono per questo vessillo e questo simbolo”. Issarla su una chiesa, “che e’ un luogo di vita dello spirito, e quindi ha un raggio d’azione che e’ molto piu’ vasto di quello della politica, pone dei problemi”. A parlare, ancora una volta ai microfoni di Radio Nettuno Onda Libera, e’ don Andrea Caniato, incaricato per la pastorale delle comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Bologna.
Don Caniato precisa che la sua e’ un’opinione personale (come quella di monsignor Ernesto Vecchi, vescovo vicario della curia di Bologna, anche lui intervenuto sul medesimo argomento alla radio locale bolognese). Con le sue parole non intende “mettere in discussione le intenzioni di chi ha proposto la bandiera della pace. Sono convinto che chi l’ha proposta, con l’arcobaleno e la scritta ‘pace’ sopra, ha voluto veramente creare un simbolo attorno al quale tutti si potessero raccogliere. Purtroppo, nei fatti, la cosa non e’ andata cosi'”. L’andamento della trasmissione radiofonica, dove oggi don Caniato era ospite, ne e’ la riprova: tante le telefonate degli ascoltatori, molte a favore dell’esposizione della bandiera ma anche tante contrarie.
Risponde Franco Grillini: ”E’ inaccettabile che tale polemica sia utilizzata per esprimere sentimenti offensivi verso gli omosessuali” anche ”perche’ e’ del tutto evidente che la ‘rainbow flag’ ha origine dalla bandiera pacifista e non viceversa”. Il parlamentare Ds e presidente onorario dell’Arcigay, commenta così le polemiche scaturite dalla sovrapposizione tra le bandiere della pace e quelle del movimento gay internazionale.
Proprio per questo, contro chi ha animato tale ”battaglia strumentale” Grillini ricorda che ”la bandiera pacifista ha origine negli anni cinquanta e in Italia fu introdotta per la prima volta da Aldo Capitini nella marcia per la pace Perugia-Assisi del 1961. Il movimento gay, che ha origini di sinistra e pacifiste, -aggiunge l’esponente dei Ds- ha adottato la bandiera rainbow come proprio simbolo proprio a partire dai contenuti di pace e nonviolenza propri del movimento fin dalle sue origini”.
In particolare il presidente onorario dell’Arcigay fa notare ”che negli Stati Uniti dove nel 1978 Baker la propose come simbolo gay internazionale era forte l’influsso della rainbow coalition di Jesse Jackson che per l’appunto rappresentava l’alleanza delle diversita’ in un quadro di pace e di non violenza e, soprattutto, di emancipazione per le minoranze. Successivamente -conclude Grillini- l’enorme successo e presenza pubblica della rinbow flag nelle imponenti manifestazioni di massa dei gaypride hanno fatto di questa bandiera il simbolo riconosciuto di un movimento gay che si ritiene parte integrante delle lotte per i diritti civili e di liberta”’.
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