“Non diventate prede dei social network. Fate parlare il cuore, invece. Corteggiatevi: uomini con donne, uomini con uomini, donne con donne, perché oggi bisogna dire anche questo. Fate parlare il cuore e guardatevi negli occhi: perché questa è vita”. A pronunciare queste parole, davanti ad una platea di studenti dell’Università di Parma è Luca Barilla, vicepresidente dell’omonima, notissima azienda finita nell’occhio del ciclone e accusata di omofobia nel 2013 per le dichiarazioni del suo AD, Guido .
È la prima uscita pubblica palesemente a favore delle coppie omosessuali. Almeno in Italia. Perché dopo la bufera nata dalle parole di Guido Barilla (il quale disse di non volere famiglie gay nei suoi spot) la campagna di boicottaggio che ne partì varcò i confini dell’Italia arrivando negli Usa dove Barilla è sinonimo di pasta e dove l’azienda detiene una grossa fetta di mercato. A nulla era valso il video di scuse pubblicato qualche giorno dopo l’intervista incriminata.
Da allora, negli Usa, Barilla ha messo in moto una serie di misure per riabilitare la propria immagine agli occhi dei consumatori statunitensi, tanto che quest’anno Human Rights Campaign, una delle maggiori associazioni lgbt statunitensi, l’ha riaccreditata parlando di “svolta”. Negli Usa, Barilla ha esteso la copertura sanitaria ai dipendenti e alla dipendenti trans e alle loro famiglie e finanziando campagne a favore dei diritti delle persone lgbt, ad esempio. Sono i frutti dell’istituzione, seguita alle polemiche, del Global diversity & Inclusion board , creato per studiare politiche aziendali di inclusione e rispetto. Per questo, HRC ha conferito a Barilla il massimo del punteggio nel Corporate Equality Index. Questa, però, è la prima dichiarazione pubblica a favore delle coppie omosessuali fatta in Italia da uno dei vertici dell’azienda.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.