“I motivi dell’omosessualità vengono da traumi psicologici: per esempio avere assistito a violenze sessuali, oppure essere stato avvicinato da bambino da un prete pedofilo” a sostenerlo è Angelo Figuccia.
Un anno dopo aver annunciato l’ira divina a seguito della nascita del registro delle unioni civili [“Dio ci punirà – tuonò – Lo dimostra anche l’Arca di Noè”], il consigliere comunale di Palermo torna con il suo cavallo di battaglia: i gay.
A intervistarlo è il Fatto Quotidiano dopo l’approvazione di una sua mozione che istituisce la celebrazione della “Festa della famiglia naturale”.
“L’hanno votata colleghi di tutti i partiti – rivendica Figucci al Fatto – adesso voglio vedere quando Orlando ci dirà di celebrare la nostra festa, dato che lui tifa per il Pride”. E ancora: “Noi siamo una maggioranza silente e non dobbiamo vergognarci di esprimere il nostro parere contro questo fenomeno, che deriva dalla società malsana, senza valori”
Se la società è smarrita e senza valori, il consigliere invece, dall’alto della sua formazione da “Autodidatta” (così è indicato nel Curriculum Vitae presente nel sito del Comune di Palermo), ha invece le idee chiarissime:
“Chi ci dice che l’omosessualità non è una malattia? Si la scienza ha detto che non è così [l’OMS ha rimosso l’omosessualità dall’elenco dalle malattie mentali nel 1990, ndr] ma quante volte la scienza ha sbagliato? Si parla tanto del metodo Stamina, la scienza non lo riconosce, ma di fatto ci sono delle guarigioni. A Galileo gli dicevano pazzo, e poi il mondo girava davvero”.
Sulla mozione approvata dal Comune è intervenuta Arcigay Palermo. Essa contiene “affermazioni estremamente gravi”, “in aperta contraddizione con alcune precedenti deliberazioni dello stesso consiglio” tra cui “l’istituzione del registro delle unioni civili”.
Come riporta l’associazione: “Il consiglio comunale di Palermo ha dichiarato “la propria opposizione a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia (!), comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli, ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno di una famiglia naturale”.
Nel testo votato è inoltre prevista la nascita di una “Festa della Famiglia Naturale“: “un concetto astratto, inventato dai redattori della mozione – lo definisce Arcigay – e che discrimina tutti gli altri, che non meritano feste. Una vedova che vive con due figli, una coppia non ancora sposata, due persone dello stesso sesso che si amano, due cugini che vivono insieme: loro non sono “famiglia naturale”, loro non devono essere festeggiati”.
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