Sarà davanti al Gip di Torino che si deciderà se Silvana De Mari andrà a processo per diffamazione continuata e aggravata.
Già candidata, poi ritirata, per il Popolo della Famiglia alle ultime politiche, l’icona dei catto-integralisti nostrani Silvana De Mari affronterà domani la seconda richiesta di rinvio a giudizio per le sue espressioni infamanti e omofobe.
In questo caso la denuncia nei confronti della dottoressa era arrivata dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, che De Mari aveva etichettato come “Il circolo LGBT di Roma intitolato a un cantore di pedofili, necrofilia e coprofagia”, chiosando “Posso assumere che tutti gli iscritti provino simpatia per queste pratiche? O che almeno non ne provino nausea? Posso?”.
Sulla richiesta di rinvio a giudizio di De Mari, già nota alle cronache per aver parlato dei gay come la nuova razza ariana e aver speculato sulla pericolosità del sesso anale, ha commentato così il Mario Mieli: “Siamo felici che finalmente queste persone verranno chiamate a rispondere delle loro parole di odio davanti a un giudice – ha scritto in una nota il presidente del Mieli Sebastiano Secci – e siamo fiduciosi che la magistratura saprà dire a chiare lettere che nel nostro ordinamento non c’è posto per queste gravi e infamanti illazioni”.
Oltre al circolo romano, anche il coordinamento del Torino Pride aveva denunciato la dottoressa De Mari per diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione e dall’odio razziale. Un altro procedimento in cui, rigettando una prima richiesta di archiviazione da parte del pm, è stata rinviata a giudizio.
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