Ha trascorso la Pasqua tra la sua gente, in piena serenità. Don Vitaliano Della Sala è tranquillo, nonostante su di lui penda l’ordine perentorio dell’abate di Montevergine di lasciare la parrocchia di san Giacomo apostolo nel paesino dell’Irpinia di Sant’Angelo a Scala. L’ultimatum scadeva il 20 marzo scorso, ma fino ad oggi non c’è stata alcuna azione di forza.
«Forse non hanno voluto creare sconquassi durante le feste» commenta don Vitaliano. «Io sono qua in attesa delle loro decisioni, perché un sacerdote non deve mica difendere il posto di lavoro». La rimozione, nell’aria da diversi mesi, è strettamente legata all’attività di don Vitaliano con vari movimenti: da quelli pacifisti, a quelli ambientalisti, per passare alle partecipazioni dirette alle manifestazioni del gay pride, a Roma, e del Genova social forum, in occasione del G8.
La sua lotta contro i poteri "forti" del mondo, però, non è condivisa dalla Chiesa tanto che, dopo diversi richiami alla moderazione, ha preso provvedimenti. Il parroco, però, si dice stupefatto di tanto «accanimento». e «amareggiato».
«Non sono pedofilo, ladro o quant’altro – afferma Don Vitaliano – e, poi, voglio capire come faranno a farmi stare zitto, visto che anche se mi mandano da un altra parte continuerò fare le stesse cose». Chi difende a spada tratta il parroco è l’intera comunità di Sant’Angelo a Scala, con il sindaco in testa. Tutto il paese aspetta di conoscere la prossima puntata della vicenda, sulla quale molti pensano ci sia l’intervento diretto del Vaticano.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.