I servizi di sicurezza egiziani hanno accusato il principale imputato del processo contro 52 egiziani sospettati di omosessualità, Cherif Farahat, di far parte del movimento terrorista della Jihad, a quanto riferito dal suo avvocato Farid Al-Dib.
«Cherif è stato arrestato per offese all’Islam, e quando abbiamo protestato, i servizi di sicurezza hanno consegnato al tribunale un memorandum che indica che Cherif sarebbe membro attivo del movimento della Jihad» ha dichiarato Al-Dib al margine di una nuova udienza tenutasi davanti al tribunale dell’Alta Corte di Sicurezza dello Stato. Secondo lui, il memorandum rivelerebbe delle contraddizioni, perché l’appartenenza a un movimento islamico è incompatibile con l’omosessualità, pratica che è proibita dall’Islam.
La corte, durante l’udienza, non ha fatto menzione dell’appartenenza di Cherif Farahad alla Jihad. Resta da chiedersi se sia più grave essere considerati omosessuali o appartenenti alla Jihad.
Me Al-Dib aveva già accusato la polizia durante la precedenza udienza del 3 ottobre di aver "fabbricato questo caso al fine di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da questioni più importanti".
La data del verdetto è stata fissata per il 14 novembre.
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