Lo tsunami delle elezioni di domenica ha travolto il Bel Paese, con centrodestra e Movimento 5 Stelle trionfatori ai danni di un Partito Democratico uscito con le ossa rotte.
L’agenda dei diritti LGBT, premesse alla mano, finirà in un cassetto chiuso a doppia mandata, visto e considerato che mai, nei rispettivi programmi, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e grillini hanno affrontato l’argomento.
Ma quali deputati e senatori ‘amici’ ritroveremo, nel prossimo parlamento. Non senza fatica è riuscita a conquistare uno scranno a Palazzo Madama Monica Cirinnà, eterosessuale ma portavoce dei diritti LGBT dell’ultima legislatura. “Rispetto per i vincitori. Sono stata rieletta grazie al sostegno di tante persone, sono pronta a continuare a difendere i diritti acquisiti e a conquistarne di nuovi. Ci vediamo in Senato”, il tweet della ‘pasionaria’ Pd.
Segue a ruota Ivan Scalfarotto “Se, come pare, tornerò in Parlamento, sarà per fare un’opposizione corretta, ma dura e senza il minimo cedimento”, ha cinguettato l’ex sottosegretario allo Sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni. Conferma importante, sempre quota Pd, per Alessandro Zan, rieletto alla Camera dei Deputati con il sistema proporzionale.
Per la prima volta in Parlamento sbarca Tommaso Cerno, ex condirettore del quotidiano la Repubblica e sempre tra le fila del Partito Democratico: “GRAZIE MILANO! Grazie ai milanesi che mi hanno adottato dandomi fiducia mentre in Italia montava la Grande Protesta di M5s e Lega. GRAZIE anche al mio Friuli. Porterò sempre con me il suo affetto e la sua gente”, ha twittato il 43enne ex dirigente nazionale Arcigay. Purtroppo non ce l’hanno fatta Yuri Guaiana e Leonardo Monaco con +Europa e Antonio Rotelli con Liberi e Uguali.
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Mai dire mai, i cinque stelle sono mooolto opportunisti e sono consci che hanno spolpato il PD rubando elettori. Per forza di cose devono avere un agenda più gay friendly