Il progresso che abbiamo fatto nella lotta all’Aids è sicuramente straordinario. È prova del potere incredibile della comunità umana, quando individui e società e Stati lavorano assieme per raggiungere obiettivi comuni e rendono possibile l’impossibile.
Al tempo la prospettiva era quella di un incubo che avrebbe tormentato l’umanità per generazioni. L’orrore era palpabile. I pochi trattamenti erano costosissimi per la maggioranza delle persone e i sistemi sanitari di troppi paesi erano incapaci di sostenere la sfida. La mortalità infantile su scala mondiale era triplicata, l’aspettativa di vita era diminuita e tutti, dagli individui alle famiglie a intere economie di alcune nazioni erano sull’orlo del collasso a causa di questo virus. Anni di faticosissime conquiste stavano per essere spazzate via dalle conseguenze di questo virus su intere economie. C’era pochissima speranza e pochissime opportunità e tutte le azioni per debellare questo virus erano congelate dalla paura, dal diniego, dallo stigma sociale.
Non bastasse, gli investimenti per la lotta all’Aids hanno avuto ricadute fondamentali su altri settori non strettamente collegati, come il miglioramento dei sistemi sanitari di molti Paesi, la preparazione di una classe medico-sanitaria in grado di affrontare nuove crisi, la riduzione della mortalità delle madri e dei neonati, la promozione dei diritti umani, l’uguaglianza di genere e la democrazia.
Ma il nostro senso di emergenza non si è affievolito e sappiamo quanto lavoro c’è da fare ancora.
Solo l’anno scorso ci sono state due milioni di nuove infezioni nel mondo (4.600 circa in Italia tra nuove infezioni e Aids conclamati, ndr) e un milione di persone è morto. Se non aumentiamo il passo e manteniamo le attuali politiche di prevenzione e di cura, il nostro progresso verrà lentamente eroso e l’epidemia esploderà nuovamente (In Italia i casi sono in aumento ormai da qualche anno, ndr). Ma se noi aumentiamo gli sforzi e nei prossimi cinque anni ci impegniamo a rendere applicabili programmi ad alto impatto, possiamo salvare milioni di vite umane e risparmiare miliardi di dollari.
I leader mondiali hanno avuto questa possibilità storica a New York, di fare una dichiarazione politica che traduca la nostra visione di terminare velocemente l’epidemia in una road map di azioni concrete.
Questo include anche le organizzazioni LGBTQI che alcuni hanno cercato di lasciare fuori da questo meeting. Nella nostra visione, il progresso si ottiene unendo le persone, non tenendole fuori dalla porta.
Noi incoraggiamo i leaders di tutto il mondo di impegnarsi per far sì che ci sia un impegno in investimenti nei prossimi cinque anni, di stabilire piani di prevenzione e cura ambiziosi ma sostenibili e non lasciare indietro nessuno, assicurandosi che i diritti umani restino al centro della risposta all’Aids, specialmente nelle popolazioni marginalizzate e nei contesti sociali più difficili. Questo non è tempo per sedersi, ma per concentrarsi e accelerare.
Abbiamo i mezzi e l’opportunità per salvare vite umane e creare un futuro senza Aids. Impegniamoci per renderlo una cosa del passato.
Elton John & Desmond Tutu
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