Expo 2015 e convegno omofobo: anche la Lega si spacca

Sel presenta un'interrogazione a Renzi, il M5S chiede di ritirare il logo e nella Lega...

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Una delle immagini di protesta che circolanos ul web

Una delle immagini di protesta che circolanos ul web

Come annunciato, l’interrogazione parlamentare sull’ormai famigerato convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità” , patrocinato dalla Regione Lombardia (con tanto di intervento conclusivo del presidente Roberto Maroni), sponsorizzato dai riparatori di Obiettivo Chaire e con la partecipazione di nomi noti quali Mario Adinolfi, Costanza Miriano e Luigi Amicone, è arrivata.

Ieri, alla riapertura dei lavori della Camera i parlamentari lombardi di Sel Franco Bordo e Daniele Farina, insieme al capogruppo Arturo Scotto, hanno presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio “in merito al Convegno promosso da Regione Lombardia (…) che è stato pubblicizzato e patrocinato con il logo di EXPO 2015”. “Il convegno oltre ad avere una chiara ed evidente impostazione confessionale, cerca di dare pubblicità e legittimità alle “teorie riparative” dell’omosessualità”, spiegano i parlamentari di Sel che chiedono “al Governo di impedire l’accostamento di EXPO e dell’Italia ad un convegno che “ne danneggerebbe l’immagine a livello internazionale”.

L’intervento dei deputati del MoVimento 5 Stelle

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

Ma non è tutto. Sulla vicenda si sono espressi anche i deputati del MoVimento 5 Stelle che sul blog di Beppe Grillo hanno pubblicato un comunicato sul caso.

“Che il simbolo dell’EXPO fosse già stato infangato dai recenti scandali giudiziari è un fatto noto, ma che adesso venga anche usato per promuovere un convegno dai contenuti completamente estranei rispetto a quelli dell’esposizione universale e, soprattutto, a carattere discriminatorio nei confronti di alcune tipologie di famiglia, come quelle omoaffettive o monogenitoriali, ci sembra davvero troppo – su legge nel comunicato -. Si tratta di un atto che lede i diritti civili e costituzionali di uguaglianza, già scarsamente tutelati in Italia”. “Ci domandiamo – continuano i pentastellati – quanto dovremo aspettare ancora prima che Giovanna Martelli, consigliera del presidente del Consiglio per le Pari Opportunità, si pronunci sull’argomento. Nel caso in cui ciò non dovesse avvenire in tempi brevissimi, saremo noi a sollecitare l’esecutivo a dare una risposta. Ricordiamo al presidente Maroni che l’esposizione universale prevede anche “Expo turismo gay”, patrocinata dal ministero del Turismo italiano, e che le stime prevedono un afflusso a Milano di circa 2 milioni di presenze per la sola comunità LGBT internazionale”.

“Auspichiamo un rapido intervento – concludono -affinché, quantomeno, eventi come quello del prossimo 17 gennaio non possano avvalersi di un simbolo come quello dell’EXPO, dal momento che ciò equivarrebbe alla promozione un appuntamento che offende la sensibilità e l’intelligenza di milioni di cittadini e di potenziali visitatori dell’ormai prossima esposizione universale”.

La voce fuori dal coro della Lega: il vicepresidente del consiglio Cecchetti

Fabrizio Cecchetti conMaroni

Fabrizio Cecchetti conMaroni

Ma neanche nel partito di Maroni sono tutti d’accordo con l’uso del logo di Expo e con la sponsorizzazione di quel convegno fatta dal Pirellone. La voce che si alza dissonante è quella di Fabrizio Cecchetti (nella foto qui accanto e di fianco al titolo), nientemeno che vicepresidente del Consiglio Regionale lombardo. Intervistato da Repubblica, Cecchetti ha dichiarato che tesi come quelle proposte da Obiettivo Chaire sono “anacronistiche e senza fondamento medico e scientifico” annunciando che lui non parteciperà al convegno. E sulla questione della famiglia, Cecchetti ha aggiunto: “Penso che i “problemi” della famiglia naturale non siano da ricercare nella presenza nella nostra società di altri tipi di famiglie o convivenze”. La Regione Lombardia, inoltre, ha concesso il patrocinio al Milano Pride del 2014, per la prima volta, e quando il giornalista gli chiede se la sponsorizzazione del convegno e il patrocinio al Pride non siano in contraddizione risponde: “Il Pride è un’altra cosa. Il Pride è un’iniziativa che comprende cultura, dibattiti e soprattutto possibilità di confronto. Una iniziativa che dura una settimana”.

Finora, dal punto di vista istituzionale, a esprimersi nettamente contro l’uso del logo di Expo sulla locandina del convegno, è stato il Comune di Milano per voce del presidente della Commissione Expo Ruggero Gabbai , mentre il ministro con delega all’Esposizione Internazionale, Maurizio Martina ha chiesto che quel simbolo venga usato solo per iniziative inerenti al tema dell’evento. Da Expo, invece, solo una risposta pilatesca che si appella alla “piattaforma di confronto” e alla “molteplicità di posizioni”. Sul web, invece, si moltiplicano le iniziative di protesta e sono già due i presidi organizzati in contemporanea all’incontro, i 17 gennaio.

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