Sulle registrazioni dei figli anche il Piemonte si schiera con le famiglie arcobaleno: è la prima regione d’Italia a farlo.
Sul fronte dell’omogenitorialità, il Piemonte resta un punto di riferimento a livello nazionale. Dopo la decisione di procedere alla registrazione di entrambi i genitori avallata dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino e che ha fatto da apripista in Italia, ora anche la regione scende in campo per tutelare le famiglie arcobaleno.
L’ente guidato da Sergio Chiamparino, attraverso il fondo antidiscriminazioni, pagherà le spese legali per quelle coppie che saranno costrette a ricorrere al giudice per vedersi riconosciuti dallo Stato Civile come genitori dei propri figli.
L’annuncio è arrivato dall’assessora alle Pari Opportunità della Regione, Monica Cerutti, a margine della presentazione dei tre Pride piemontesi (Torino, Alba e da quest’anno Novara): “Sosterremo con il nostro fondo eventuali atti legali in cui dovessimo rilevare delle discriminazioni verso queste coppie e questi bambini”.
In regione, oltre al capoluogo, altri dieci sindaci di centrosinistra della città metropolitana di Torino hanno dato la propria disponibilità alla registrazione di due genitori dello stesso sesso negli atti di nascita dei propri figli. Ora per i certificati registrati a Torino la partita si sposta al Viminale a Roma, dove sono stati trasmessi gli atti per una verifica, al termine della quale potrebbero anche essere dichiarati nulli.
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