Gay Pride: botta e risposta con Albertini

Scambio di lettere e polemiche tra il Sindaco di Milano Gabriele Albertini e il comitato organizzatore del Gay pride milanese

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3 min. di lettura

Ecco il testo della lettera ricevuta oggi dal Comitato organizzatore del Pride 2001 che si terrà a Milano dal 6 al 23 giugno 2001: il Sindaco Gabriele Albertini, sollecitato nei giorni scorsi dal comitato perchè prendesse posizione sulla manifestazione prevista, ha ribadito la sua personale contrarietà a che l’Amministrazione Comunale memenghina dia il patrocinio all’iniziativa.

Gay Pride: botta e risposta con Albertini - 0254 milano1 - Gay.it

Milano 4 Aprile 2001

Gentilissimo Signor Volante

l’Amministrazione comunale di Milano è espressione di tutti i cittadini e ne rispetta i convincimenti personali, i costumi e le sensibilità individuali.

Le è sicuramente noto che una parte consistente di cittadini considera inopportune e lesive dei sentimenti religiosi manifestazioni pubbliche inneggianti all’omosessualità.

Pur condividendo e facendo propria la condanna di ogni forma di pregiudizio o discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, questa Amministrazione ritiene dunque di non poter dare il proprio patrocinio alla vostra iniziativa, pur impegnandosi a dare la collaborazione necessaria per il suo migliore svolgimento.

Gabriele Albertini

Ed ecco la replica del Comitato Arcobaleno:

Gay Pride: botta e risposta con Albertini - volante - Gay.it

Egr. Sig.

Gabriele Albertini

Sindaco di Milano

Egregio Signor Sindaco,

purtroppo la Sua lettera, sebbene abbia ribadito il concetto che l’Amministrazione comunale condanna ogni forma di pregiudizio e discriminazione delle persone omosessuali, non chiarisce come la stessa intenda collaborare per la migliore riuscita della manifestazione del Pride2001Milano.

Il significato della manifestazione è rendere visibile alla cittadinanza la comunità omosessuale e transessuale e farne conoscere a tutti la situazione di disagio e di costante discriminazione, anche da parte dell’Amministrazione comunale, che in tre anni non ha saputo istituire il registro delle coppie di fatto, peraltro chiesto anche da esponenti della Sua maggioranza consiliare.

Oltretutto siamo convinti che alla base della decisione di non concedere un patrocinio vi siano convincimenti non giustificati dalla realtà dei fatti. Innanzitutto occorre considerare che l’orientamento sessuale e l’identità di genere nulla hanno a che fare con i convincimenti personali, i costumi e la sensibilità individuale, si tratta bensì di una condizione ascritta, non condizionabile da alcuna volontà o dalla cultura o dalla storia personale, come il colore della pelle o la provenienza etnica. Pertanto il Pride2001Milano non sarà una manifestazione per "inneggiare" all’omosessualità ma per chiedere che finalmente le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali e transessuali finiscano, né tantomeno si limiterà al corteo del 23 giugno ma si articolerà in un mese intero di incontri politici e culturali di ampio respiro che apriranno in Città il dibattito sulle discriminazioni e la cultura delle diversità e dell’accoglienza.

Non riteniamo sia politicamente accettabile che l’Amministrazione comunale della Città in cui risiede la più grande e attiva comunità omosessuale e transessuale, non consideri di schierarsi in prima fila in una grande operazione culturale come quella che andiamo ad iniziare. Siamo sbigottiti davanti alla motivazione addotta secondo la quale una parte consistente di cittadini considerano le nostre manifestazioni lesive del proprio sentimento religioso. Ci permettiamo di ricordare che tanti omosessuali credenti organizzano e parteciperanno alla manifestazione in perfetta coerenza con i propri sentimenti, che sono anche di passione per la democrazia e la libertà. Sembra che la Sua Amministrazione consideri più importante il sentimento religioso di chi ci vorrebbe discriminare piuttosto che la necessità di tanti cittadini di ricominciare ad avere fiducia nelle Istituzioni che da sempre ci considerano cittadini di serie "b". Il nostro Paese è uno Stato Laico ed un buon governo decide sulla base delle reali esigenze dei cittadini, piuttosto che sulle loro credenze religiose, diversamente, invece che ministri, sindaci e assessori, avremmo sacerdoti o stregoni.

Signor Sindaco è ora di prendere una posizione coraggiosa, giusta e civile. In tutte le città libere del mondo succede, diamo una possibilità anche a Milano.

Per il Coordinamento Arcobaleno

Marco Volante

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