Un bambino portato a manifestare contro le vaccinazioni obbligatorie con addosso un cartello recante la scritta: “Un bambino con l’AIDS può andare a scuola e io sano no???“.
Un’immagine incommentabile quella che il medico Roberto Burioni (noto proprio per i suoi interventi sui social contro la disinformazione in materia di vaccini) ha condiviso su Facebook per denunciare gli eccessi, purtroppo non così infrequenti, a cui giunge la protesta no-vax, autentico fenomeno da contagio emotivo dei giorni nostri. Il medico ha commentato lo scatto, spiegando l’irragionevolezza del parallelismo, scrivendo quanto segue:
“La propaganda antivaccinista fa davvero uscire il peggio del nostro paese. Una delle frasi che ho sempre sentito è “Perché un bambino con l’AIDS può entrare a scuola e mio figlio non vaccinato deve rimanere fuori”?
La risposta è semplice: il bambino ( e l’adulto) affetto da HIV non è un pericolo per nessuno visto che la malattia non si trasmette con i contatti sociali. Al contrario chi è immunodepresso – per qualunque motivo – beneficia della immunità di gregge, che perdiamo a causa dei genitori che non hanno vaccinato e non vaccinano i figli.
Discriminare un bambino o un adulto perché infetto da HIV è una infamia delle peggiori. Di peggio c’è solo usare il proprio figlio per propagandare questa orrenda discriminazione.”
In risposta agli svariati commenti degli antivaccinisti infervorati e persuasi dal confronto coi bimbi sieropositivi, Burioni nei commenti ha aggiunto: “Chi non sa nulla di HIV può pure astenersi dallo scrivere scemenze“, e dopo una serie di ban rifilati ai critici più accaniti ha precisato: “Scusate ma chi si affaccia su questa pagina con il tono “tanto l’immunodepresso deve morire” viene cacciato con la velocità della luce“.
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Purtoppo l'intelligenza non è contagiosa e i no vax se la prendono con i più deboli. Vigliacchi.