GUERRA AL CRUISING GAY

Dintorni di Milano: decine di punti di incontro all'aperto per omosessuali sono stati chiusi per interventi di ristrutturazione. Ma è difficile non pensare a una idea politica. Un'inchiesta a puntate.

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Non deve essere stato granché bello il risveglio per gli storici frequentatori dell’idroscalo di Milano, dove un mattino della primavera scorsa, le autorità hanno inaugurato in pompa magna il nuovo complesso sorto sulle ceneri di uno dei parchi più frequentati della Milano gay di notte. Centinaia di omosessuali abituati a fare incontri di cruising in quell’area, hanno trovato dalla sera alla mattina le ruspe che lavoravano per diradare le piante secolari e che hanno divelto la stradina d’ingresso, ed operai chiassosi quanto arruffati che montavano una cancellata che impedisce l’accesso alle aree delle toilette pubbliche, e della pineta. C’era un gran giro anni fa, che è andato a morire. Ma i gay hanno dimostrato di essere nel cruising, come i sindacalisti in politica: escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Il giro si è solo spostato un poco più in là, all’area industriale di Peschiera Borromeo, zona Via Milano.

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Il risultato di queste scelte dell’amministrazione provinciale, è comunque sotto gli occhi di tutti: un Idropark Fila privato e le cui aree sono in parte sottratte ai cittadini che prima ne fruivano. Un parcheggio a pagamento che non fa mai male per le casse pubbliche, ed illuminazione delle aree a giorno che con l’architettura originale del luogo c’entra come i cavoli a merenda. Una serie di locali e barettini che fanno pagare una bibita 5 euro. Evviva il progresso, sarà contenta la Fila! Un po’ meno i gestori dei locali che, pregustando introiti miniera d’oro del Klondike, fanno i conti con la dura realtà di non battere un chiodo, visti i prezzi. Non migliore la sorte dei gay meneghini, che hanno visto andar perduto un altro dei luoghi simbolo d’incontro del tempo che fu.

Insomma, che fine ha fatto il cruising gay? Stretto tra la mania del riarredo urbano e inevitabili sospetti di censura moralista, sembra che le opportunità di conoscersi all’aperto siano per i gay sempre più scarse. Intendiamoci: trattando un tema tanto scabroso come il cruising, è facilissimo cadere nel moralismo da quattro soldi affrontando con retorica la tematica. Anche la comunità si divide da sempre in coloro che sono favorevoli e coloro invece che sono contrari, e le più disparate argomentazioni appassionano l’uno e l’altro campo. Certo è che la cosa ha delle ovvie ed innegabili implicazioni legali, com’è normale che sia: il codice penale parla chiaro e definisce limpidamente cosa sia un atto contrario alla pubblica decenza, e cosa sia invece un atto osceno. Ma al di là delle pur giuste discussioni e contrapposizioni, quel che interessa capire è, semplicemente, se (e come) sta cambiando l’approccio sociale al rimorchio all’aperto.

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Premesso questo, quindi, e riconosciuti ai frequentatori dei luoghi di incontro sessuale pubblici (parchi, parcheggi, toilette pubbliche, cinema, autostrade) gli indubbi rischi cui si va incontro, la domanda è: sono oggi più di ieri osteggiati di ieri nell’espletazione di questo sport in considerazione della mutata situazione politica? Parrebbe proprio di sì, e di esempi ve ne sono parecchi. Prendiamo ad esempio i luoghi di incontro una volta rinvenibili nelle aree di grande scorrimento autostradale: nell’area di servizio di Rozzano Nord, una volta frequentatissimo luogo di incontro, il piccolo sterrato retrostante al parcheggio dei camion dalla sera alla mattina è stato chiuso da una rete di recinzione che non avendo cancelli di ingresso, pare messa li apposta per non far andar giù i gay, con la vegetazione tagliata a zero.

E se Atene piange, Sparta non ride: nell’area di servizio Carugate sud, il parcheggio è stato illuminato a giorno ed il giro (specialmente degli amanti dei camionisti) è finito. Area di servizio Motel Agip zona svincolo Milano Genova: lavori a cielo aperto per rifare l’autogrill, parcheggio dei camion illuminato a giorno, ed anche qui gli amanti dei camionisti (turchi, polacchi e marocchini i più gettonati) che rimangono a becco asciutto. Idem per tutte le aree di parcheggio della Milano – Venezia: Sommacampagna ad esempio, e tutte le altre piazzole di sosta, dopo l’ingresso dei Benetton nel capitale delle Autostrade sono state rimesse a nuovo con illuminazione, rifacimenti di pavimentazione, bar e fine del giro che c’era in precedenza.

Spostandoci sempre di qualche km da Milano, scopriamo non senza qualche sorpresa che anche in provincia il furore omofobico miete vittime illustri: i Canneti di Desenzano del Garda, per esempio. Luogo di incontro tanto diurno che serale, è stato completamente chiuso da grossi lastroni di pietra che impediscono l’ingresso agli avventori, ed i canneti che davano il nome al luogo, sono stati rasi al suolo per impedire gli imboscamenti fuori ordinanza. Con la risultante che, anche a Desenzano, non si batte più!

Cosa succede anche al di fuori di Milano? Parliamone nel forum.

1 – continua

di Luca Valeriani

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