Ci sarà spazio anche per la Divina Commedia di Dante il giorno del Pride a Bologna. Sabato prossimo alle 12, sarà il poeta Davide Rondoni, leader del gruppo di intellettuali "40 per 40", a portare il suo "contributo culturale e poetico" alla manifestazione nazionale dell’orgoglio omosessuale. Nella piazzetta dietro le Due Torri, Rondoni leggerà e commenterà il Canto XV dell’Inferno, dove Dante incontra il suo maestro, Brunetto Latini, relegato nel girone dei sodomiti. E a poco meno di una settimana, il clime è rovente. Proprio ieri, dalle colonne di Bologna sette, il cardinale arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, ha lanciato un duro attacco contro il mondo omosessuale, giudicandolo "una minaccia per la società".
Ma Rondoni vuole fare chiarezza sul senso della sua iniziativa. "Non c’è nessun intento polemico – chiarisce subito il poeta, vicino a Comunione e Liberazione – Dante ha trattato molto seriamente la questione dell’omosessualità", vista dal Sommo poeta "non come un’identità, ma come una pratica".
"L’unica scelta innaturale è l’astinenza, non accettiamo lezioni di vita da chi è contro natura" risponde Marcella Di Folco, portavoce del Pride, al cardinale. "Caffarra non ha mai brillato per sensibilità sociale, moderazione e tantomeno per capacità di innovazione del pensiero della Chiesa rispetto alla questione omosessuale – aggiunge Di Folco, secondo cui per l’arcivescovo di Bologna "il pericolo sociale sono i gay, non la mafia; sono le lesbiche, non le politiche del neoliberismo selvaggio né le guerre che seminano morte e distruzione; sono le persone transessuali, non le violenze perpretrate da numerosi prelati nei confronti di bambini e bambine".
Anche l’ex deputato socialista Franco Grillini, direttore di Gaynews, critica le parole dell’arcivescovo: "La sua ennesima esternazione – commenta – è il segno di una chiesa incapace di misurarsi con la modernità e di accogliere il cambiamento. Il nocciolo della democrazia e delle moderne società liberali sta nell’assoluta libertà individuale e nella sovranità di ogni essere umano sulla propria vita e sul proprio destino. E’ questa sovranità che Caffarra contesta: libero lui di farlo, liberi noi di contestarlo e di sostenere tutt’altro al Gay Pride".
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