“Ci dovrebbe essere una diversità di forme di riconoscimento, come avviene nella società”. Così il vescovo cattolico di Anversa (in Belgio) Johan Bonny ha esposto la sua teoria su come la Chiesa dovrebbe relazionarsi rispetto alle coppie gay e lesbiche.
In un’intervista rilasciata al quotidiano fiammingo DeMorgen, il vescovo ha dichiarato: “Dobbiamo guardare dentro la chiesa per un riconoscimento formale della relazionalità, che è presente anche in molte coppie gay. Come ci sono una serie di istituti giuridici nella società, lo stesso deve succedere nella Chiesa”. Parole di peso, specialmente perché pronunciate da un alto rappresentante della Chiesa Cattolica. Secondo Bonny, le coppie omosessuali dovrebbero ottenere una qualche benedizione dalla chiesa perché, a suo avviso, la relazione stabile tra due persone dello stesso sesso risponde ai criteri del matrimonio religioso.
L’etica cristiana e i figli
“L’etica cristiana si basa su rapporti in cui l’esclusiva, la lealtà e la cura sono centrali” ha aggiunto. Ma il vescovo si spinge oltre, fino alla questione dei figli. “Poi c’è l’apertura ad una nuova vita – prosegue Bonny -, o almeno la responsabilità presa dai partner di essere generosi in ciò che essi danno ai bambini”. Posizioni molto lontane dalle gerarchie ecclesiastiche italiane. Basti pensare alle parole di Bagnasco, solo per fare un esempio.
Posizioni che il vescovo aveva esposto anche al Vaticano, in una lettera inviata a settembre, alla vigilia del Sinodo sulla Famiglia. Nella missiva, Bonny esponeva l’esigenza della chiesa di trovare un collegamento con la società moderna. “Troppe persone sono state escluse per lungo tempo” scriveva qualche mese fa il vescovo.
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