Imma Battaglia: gay e discriminazione. Basta vittimismo

La battagliera presidente di Di'Gay Project afferma a Repubblica di essere d'accordo con il giornalista Merlo che a proposito della vicenda dello steward gay scrisse: «I gay non sono discriminati».

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Torna la polemica sul presunto silenzio da parte dell’informazione sull’omosessualità dello stewart della Spanair morto insieme al compagno in un incidente aereo lo scorso 22 agosto. A riaprire la questione ci ha pensato Imma Battaglia che in una lettera inviata al quotidiano Repubblica ha espresso solidarietà a Francesco Merlo. Il giornalista, in un editoriale pubblicato qualche giorno dopo l’incidente, accusò alcuni esponenti del mondo gay di voler strumentalizzare l’omosessualità della vittima per un po’ di visibilità.

Imma Battaglia: gay e discriminazione. Basta vittimismo - Battaglia Imma - Gay.it

"Mi scuso per il ritardo con cui scrivo – inizia la lettera di Imma Battaglia-, ma ho preferito far calmare le acque della presunzione gay. Ho condiviso ogni parola dell’articolo di Francesco Merlo, sul vittimismo gay e sul protagonismo mediatico di Arcigay e di tutti gli autoreferenziali rappresentati gay. Non se ne può più di questo bisogno di urlare una condizione che è normale, non ha nulla di particolare e che, detto seriamente, non subisce alcuna vera discriminazione. Chiedo scusa se sono molto sincera".

Hai scritto che sulla vicenda dello steward c’è stato solo vittimismo

Quando è successa la tragedia della Spanair ho letto una serie di posizioni di Arcigay e Franco Grillini che non ho condiviso. Accusare Repubblica di omofobia è stata una cosa ridicola.

Imma Battaglia: gay e discriminazione. Basta vittimismo - immabattaglia - Gay.it

Il giornalista Francesco Merlo, però, ha accusato il movimento di cercare visibilità anche strumentalizzando la morte…

Il giorno della tragedia ho letto il Corriere e con delicatezza il giornalista scrisse che la vittima conviveva col compagno. Mi sembra una cosa sufficiente. Esagerare non ha senso: pensa alla madre dello Steward… se non avesse saputo che era gay? La mia lettera a Repubblica era un’attestazione privata di solidarietà a Merlo. Non sapevo nemmeno che sarebbe stata pubblicata. Merlo è un giornalista che stimo e il mio giornale di riferimento continuerà ad essere Repubblica.

Ieri sono comparse scritte fasciste nella Gay Street. Vittimismo anche questo?

Come mai tutti gli episodi di violenza avvengono nella Gay Street? Qualcuno se lo chiede? Cambiamogli nome se la gente va lì e viene picchiata. Le zone gay nascono a tutela della clintela lgbt. Se c’è violenza vanno prese delle contromisure. Ma basta piangere senza agire concretamente. Questo è il vittimismo.

Eppure gli episodi ci sono stati e anche documentati…

Certo, e continueranno senza misure concrete.

Polizia in strada? Almemanno ha assicurato la presenza dei poliziotti davanti ai locali

E ti sembra una misura adatta quella di militarizzare le strade? Le misure sono altre, non si può solo urlare ogni volta che succede qualcosa, è un atteggiamento che mi fa venire il dubbio che si cerchi solo visibilità… Non ci rendiamo conto che questa strategia del terrore porterà solo la gente a rimanere in casa? La visibilità è stata un conquista ed è bene che le persone per strada ci siano.

Imma Battaglia: gay e discriminazione. Basta vittimismo - immastewartF1 - Gay.it

Cosa proporresti, allora

Io mi pongo solo delle domande. Perché i locali non si organizzano e prendono delle contromisure? Ti sembra corretto invitare la gente a radunarsi nella Gay Street e non assicurargli sicurezza? Perché i gestori non assumono una sicurezza interna? Perché non vengono stampati dei volantini in cui si consiglia ai clienti di non allontanarsi da soli? Perché non si fanno delle indagini interne? Questa è una comunità che non si limita a strumentalizzare le tragedie. È da irresponsabili organizzare zone di aggregazione e non garantire sicurezza a chi le frequenta.

Non c’è nessun clima omofobo, dunque

Se c’è omofobia ci dovrebbe essere in tutta Roma e invece non c’è, o almeno, non c’è nessun osservatorio serio che indaghi sulla presenza o meno del fenomeno. Urlare non fa che rendere ancora più insicure le persone: l’omofobo violento si sente ancora più eroe se commette un atto di cui si sente sempre parlare. 

di Daniele Nardini

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