Un giovane studente dell’Accademia di Tel Aviv ha scelto di dipingere in un suo lavoro Ayelet Shaked, ministra della Giustiza. Una perrsonalità tra l’altro particolarmente discussa per le sue posizioni oltranziste e bene poco moderate.
L’opera del giovane studente sta facendo molto parlare di sé perché la politica è stata raffigurata senza veli. La preside dell’Accademia ha prontamente reagito, chiedendo che il volto venisse coperto con una X nera. Con la richiesta della dirigente però è scoppiato un vero e proprio caso culturale e politico.
Il dipinto dell’artista ha resistito praticamente un solo giorno sulle pareti della mostra con i lavori degli studenti prima che Yuli Tamir, la direttrice dell’accademia di Belle Arti, ordinasse di censurarlo: il volto di Shaked è stato coperto da una X nera per renderla irriconoscibile.
Molte le reazioni fino a questo punto: Amrani ha accusato la scuola di “fascismo culturale”, il suo professore ha presentato le dimissioni, il quotidiano Haaretz ha scritto in un editoriale. “Chiunque non capisca l’importanza della libertà di espressione artistica per una democrazia” – ha scritto Haaretz – “non è degno di guidare un istituto dove i futuri artisti vengono formati”. Fondamentalmente il quotidiano più letto dalla sinistra israeliana ha chiesto le dimissioni della preside.
La preside – che proviene da quella stessa sinistra (è stata ministra della Cultura per i laburisti) e certo non simpatizza per la ministra – ha criticato l’opera perché “sessista e sciovinista”. Della stessa opinione la giornalista Mazal Muallem: “il giovane pittore ha ottenuto quello che voleva: pubblicità grazie a un atto di provocazione maschilista”) e la femminista Orit Kamir, intervenuta sempre su Haaretz: “Il giornale ricorda la tradizione dei ritratti nudi, dimentica che nel patriarcato esporre il corpo è un modo di umiliare”.
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