Laboratorio Rainbow: sei video contro l’omofobia dalle scuole laziali

Sono online da oggi i video realizzati dai ragazzi delle scuole superiori laziali nell'ambito del progetto contro l'omofobia voluto dall'Unar insieme al Gay Center e ad altre associazioni.

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Sono online da oggi i video contro l’omofobia realizzati dagli studenti delle scuole superiori laziali protagoniste del progetto anti discriminazione portato avanti dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio dei Ministri, tramite l’UNAR (Ufficio Nazionale contro le Discriminazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri) e dal Gay Center per sensibilizzare i ragazzi al contrasto del bullismo e delle discriminazioni verso le persone lesbiche, gay e trans. Nel progetto sono state coinvolte oltre 20 scuole ed associazioni. In particolare in alcune scuole sono stati attivati i laboratori con gli studenti il cui risultato è stato la produzione di 6 campagne contro l’omofobia realizzate da ragazzi dai 14 ai 18 anni.

I video sono disponibili, oltre che su YouTube, anche sulla pagina Facebook del progetto .

I ragazzi hanno scelto diverse prospettive da cui affrontare la questione dell’omofobia, usando metafore sportive, piuttosto che mostrando la violenza tra coetanei o parlando del matrimonio egualitario, del coming out e dell’amore.

Laboratorio Rainbow: sei video contro l'omofobia dalle scuole laziali - progetto scuoleF2 - Gay.it

I video potranno essere votati su internet dal 17 maggio, data non casuale che coincide con la Giornata mondiale contro l’omofobia, e fino al 3 giugno. Il 4 giugno saranno valutati da una giuria di qualità e presentati nell’evento che si terrà presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’iniziativa rientra nella “Strategia Nazionale dell’UNAR per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” ed ha coinvolto circa 16mila ragazze e ragazzi delle scuole superiori del Lazio tra cui il Liceo Socrate, il Liceo Giordano Bruno, ITIS Armellini, il Liceo Tacito, il Liceo Chris Cappell Anzio, l’Istituto Magistrale Statale “Vittorio Gassman”, il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, il Liceo Classico «Pilo Albertelli», il Liceo Scientifico Nomentano, il Liceo Classico Mamiani, il Liceo Tacito, il Liceo Dante Alighieri, il Liceo Classico Statale Sperimentale Bertrand Russell, solo per citarne alcuni.

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Secondo un’indagine realizzata dal Gay Center e T6- Cooperativa, nell’ambito di un progetto europeo nelle scuole, quasi tre persone lgbt su 4 hanno subito forme di discriminazione o di pregiudizio durante la loro vita. Il contesto più spesso nominato dagli intervistati è la scuola (il 49% degli intervistati che hanno subito forme di discriminazione o pregiudizio dichiarano di essere stati discriminati a scuola), seguito dalla famiglia (42%), dai bar e locali (33%) e dai media ed internet (30%). Dati che coincidono con quelli riportati dal rapporto annuale di Ilga Europe presentato proprio oggi. Gli uomini gay citano più spesso la scuola come luogo di discriminazione (43% degli intervistati gay), mentre le donne lesbiche citano la famiglia (37% delle intervistate lesbiche). In generale, le persone transgender e gli uomini gay e bisessuali sembrano essere più spesso vittime di discriminazioni delle donne lesbiche e bisessuali.

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Negli studenti non manca la consapevolezza delle difficoltà incontrate dalle persone lgbt nel rapporto con gli eterosessuali: il 55% degli studenti intervistati pensano che le persone gay e lesbiche siano discriminate in Italia. I contesti che secondo i ragazzi sono meno gay-friendly sono il loro quartiere (65% degli studenti), la loro scuola (59%) nonché le associazioni che frequentano (59%), le attività dopo-scuola e il loro gruppo di amici (58%). Al contrario, i contesti considerati come maggiormente gay-friendly sono Internet (44% degli studenti), la casa (37%) e i bar o locali che frequentano (26%).

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