La questione sicurezza negli aeroporti è nuovamente tornata alla ribalta dopo il fallito attentato di Natale. A tenere banco è l’infuocato dibattito "body scanner sì, body scanner no". Anche Vladimir Luxuria, dalle pagine del suo sito, ha voluto fare una riflessione sulla questione da un punto di vista che, finora, non abbiamo visto analizzare da nessuno: quello di una trans, naturalmente.
Scrive l’ex parlamentare: «Per anni ci hanno illuso che bastava vietare i liquidi per avere la sicurezza sugli aerei. A me addirittura hanno sequestrato un paio di pinzette e del formaggio morbido! Adesso si scopre che il pericolo è la mutanda esplosiva e a cosa si pensa? A farci passare sotto lo scanner e sezionarci come se fossimo un bagaglio».
«La giusta esigenza di sicurezza – commenta Luxuria – non può, però, prescindere dal diritto alla riservatezza, alla privacy e, perché no, al pudore di tanti. Pensate all’imbarazzo di chi, per motivi estetici o medici, ha delle protesi impiantare visibili al body-scanner».
Per le trans non solo sarà umiliante ‘mettersi a nudo’, ma in certi scali di Paesi meno aperti, ci saranno ritardi per controlli, domande imbarazzanti, se non addirittura il diniego di accesso. Bisognerebbe trovare il modo per rendere tali controlli meno invasivi della sfera privata, standard internazionali che rispettino la dignità umana ed evitare una eccessiva discrezionalità da parte di agenti magari troppo solerti o transfobi».
Quella che auspica Luxuria, quindi, non è un’esenzione dal body scanner per le persone trans, come qualcuno ha voluto interpretare, quanto la ricerca di una soluzione meno invasiva e più rispettosa per tutti i passeggeri degli aerei, siano essi trans, gay, etero, giovani, vecchi o qualsiasi altra cosa.
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