Manifesto del PrideRoma 2002

Dedicato alle vittime dell'omofobia - In ricordo di Sylvia Rivera - A cura del Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli"

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9 min. di lettura

CONTRO LA VIOLENZA, PER I DIRITTI UMANI

Dedicato alle vittime dell’omofobia

In ricordo di Sylvia Rivera

A cura del Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli"

Siamo stati sicuramente tra i primi, negli ultimi anni, a portare in piazza, come organizzatori del WORLD PRIDE, centinaia di migliaia di persone a difesa non solo dei diritti degli omosessuali, ma anche dei tanti cittadini che vedevano minata la loro libertà di manifestare. I partiti della maggioranza di sinistra, come al solito lenti a capire, e sempre imbarazzati sui temi della sessualità e della morale pubblica, all’epoca non hanno saputo sfruttare il potenziale di quel movimento di persone che spontaneamente sostenevano noi, loro stessi e le libertà di tutti: così, a due anni di distanza, ci ritroviamo in compagnia di Silvio "Burlesconi" e della sua "Casa delle libertà", che quel nome lo ha solo usurpato.

E arriviamo ai giorni nostri e al movimento di piazza nato dall’iniziativa di tanti cittadini decisi a dire basta a questo pessimo governo.

Ebbene, questo non può che trovarci vicini, auspicando che serva a dare una sferzata di energia ai politici della sinistra, a suggerire loro una politica più coraggiosa, meno cinicamente pragmatica e più incisiva, per una nuova stagione di civiltà e democrazia

Nel frattempo ci ritroviamo a combattere con le leggi proposte sempre e comunque a danno di tutti i cittadini, come quella di Storace. Non sarebbe male, a questo riguardo, un bel girotondo intorno al palazzo della Regione Lazio, a difesa dei diritti delle famiglie di fatto, etero ed omosessuali. Per non parlare del Ministro delle Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, che fa timide e generiche affermazioni di apertura ai gay, e viene prontamente bacchettata dal capo-padrone del governo: già, perché i gay non sono persone meritevoli di diritti e tutele, ma soggetti da discriminare, ignorare, allontanare, calpestare, criminalizzare. Non possiamo non vedere come questa politica, che agisce sul pregiudizio sociale, persista nel creare i presupposti di odio e di discriminazione da cui derivano i continui omicidi perpetrati nei confronti degli omosessuali, nonché infiniti altri atti di razzismo verso di noi ed altre minoranze.

Il prossimo 29 giugno l’International Pride di Roma riunirà tutti contro l’ odio, ricordandone le tante vittime, non solo omosessuali, e avrà come tema portante la lotta alla violenza in tutte le sue forme: quella fisica, quella psicologica, quella sociale, quella civile, quella politica, quella delle destre. E vogliamo ricordare Sylvia Rivera, che quest’anno ci ha lasciati, e il cui moto d’orgoglio contro la violenza della polizia fu la scintilla che scatenò nel 1969 la rivolta di Stonewall da cui il movimento gay ha preso avvio in tutto il mondo.

Con Orgoglio – In Pride

VIOLENZA E’:

L’assassinio e lo stupro, l’attacco fisico, la derisione, la coercizione psicologica contro i più deboli, contro le donne, contro i bambini, i giovani, gli anziani, i poveri, gli emarginati, i migranti, contro i diversi per orientamento sessuale, identità di genere, razza, religione, cultura, idee politiche, classe, stato mentale, stato di salute fisica.

VIOLENZA E’:

Una maggioranza che opprime le minoranze, la collettività che annulla l’ identità e i diritti della persona, l’imposizione di un modello unico di società, bianca, maschile, eterosessuale, capitalista, ricca e borghese, l’ uso arrogante e persecutorio di ogni mezzo legale o illegale per piegare persone e classi di cittadini ai voleri di chi detiene il potere, pena l’ esclusione, l’emarginazione, la riduzione in schiavitù, il carcere, la morte.

VIOLENZA E’:

la costruzione di un modello unico di sessualità e di affettività, attraverso una rigida definizione dei ruoli di genere nella società e nella famiglia e attraverso l’educazione e l’indottrinamento nella scuola e nelle chiese; l’istigazione a comportamenti omofobici di riprovazione e irrisione, quando non di aggressione fisica, fin dall’infanzia, nelle relazioni sociali, nei luoghi di studio e di lavoro, e in quelli di divertimento; l’ obbligo alla clandestinità, alla negazione di sé, sotto la minaccia costante dell’esclusione e del licenziamento; il ricorso a pretese filosofie della natura per giustificare forme di aggregazione sociale utili alla produzione delle merci, all’efficienza del sistema e al controllo delle persone; la riduzione del principio del piacere a puro consumo, a evasione, a solo divertimento, organizzato e ghettizzato.

VIOLENZA E’:

lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, del maschio sulla donna, del padrone sull’operaio, del bianco sul nero, dell’eterosessuale sull’omosessuale, del capitale sulle genti, dei mercanti sui cittadini, dell’industria sulla natura, degli armati sui disarmati, dei potenti sugli inermi.

VIOLENZA E’:

la costituzione di governi autoritari; l’attentato alla laicità dello Stato e all’equilibrio dei suoi poteri giustapposti, all’indipendenza della magistratura, al diritto di critica, alla libertà di stampa, alle libertà civili, alla libera concorrenza e alle regole che ne definiscono i limiti, ai diritti dei lavoratori, degli studenti, degli ammalati, degli anziani; lo smantellamento e la dequalificazione della scuola pubblica e il finanziamento delle scuole confessionali con i soldi dei cittadini; l’ occupazione sfacciata di tutti i posti di comando e dei mezzi di informazione; la criminalizzazione dei ogni forma di opposizione; l’ abolizione delle regole di protezione sociale; lo smantellamento delle leggi che proteggono ambiente, patrimonio paesaggistico e artistico; la menzogna, la calunnia e l’intimidazione elette a sistema; la protezione dei ceti forti, la creazione di leggi salva-ladri e salva-mafie; la difesa dei privilegi e dei monopoli, degli interessi privati su quelli pubblici; l’ imposizione di un modello di capitalismo irresponsabile e selvaggio.

VIOLENZA E’:

la falsa tolleranza di chi consente all’altro di esistere, purché non dia "scandalo o si curi" o viva in astinenza, purché non manifesti, non lotti per i suoi diritti, non metta in crisi il modello dominante di sesso, di famiglia, di amore, di rapporti di forza; l’ipocrisia di chi considera la sessualità un fatto privato e non politico e sociale, come esso è, costruito sul potere esercitato dall’uomo sulla donna, dai valori maschili dell’ aggressività, dello sfruttamento, dell’efficienza, della prestazione, su quelli femminili dell’intimità, del dono, dell’accoglienza, della protezione.

VIOLENTI SONO:

GLI OMOFOBI BERLUSCONI, BOSSI, FINI E AFFINI, QUESTO GOVERNO TUTTO, FATTO DI UN CAPO E DI ESECUTORI SENZA DIGNITA’ NE’ POLITICA NE’ PERSONALE! Un governo che in quasi un anno ha legiferato, in urgenza, solo per difendere gli interessi privati del padrone contro quello di tutti gli altri; un governo composto di affaristi corruttori, monopolisti travestiti da liberali e che odiano lo Stato e le sue leggi, di ex(?)fascisti e repubblichini di provata fede, di statalisti e presidenzialisti nostalgici, di xenofobi e razzisti, di populisti peronisti, di iper-liberisti illiberali, di inquisiti che usano il loro potere per impedire i processi; un governo che ha legiferato contro le rogatorie internazionali e sta per assoggettare la magistratura al potere politico; che vuol regalare la scuola alla Chiesa, i parchi archeologici e naturali, i litorali e le zone protette agli speculatori; che ha depenalizzato il falso in bilancio, dando via libera ai ladri in colletto bianco, e ha aperto le porte delle prigioni ai mafiosi (in uscita, non in entrata), con ministri che dichiarano che con la mafia bisogna convivere; un governo che attenta allo statuto dei lavoratori per puro revanscismo antisindacale, per arroganza padronale di tipo ottocentesco; un governo che medita di cancellare il diritto all’ autodeterminazione della donna riconoscendo statuto giuridico all’embrione, e la cui politica sulla famiglia è dettata dall’Opus Dei; un governo di antieuropeisti che ha offeso le maggiori cancellerie europee, (tranne quella bulgara, l’ex-kgb Putin, e il sinistro-destro Blair) e che irride alle maggiori testate giornalistiche europee, coprendo l’Italia e gli italiani di ridicolo e sconcerto; un governo le cui squadracce hanno occupato la RAI e vuol mettere il bavaglio alle poche voci apertamente dissenzienti; che si fa gioco degli scioperanti, che ha imbrogliato gli italiani con un contratto televisivo le cui clausole sono state finora del tutto disattese. Un governo della menzogna e della calunnia travestite da verità televisive. E vi sembra poco?

E tu sinistra dove sei? Possiamo o no parlare dell’instaurazione di un regime di destra illiberale e autoritario?

Ma noi GLBT che facciamo? Ci incartiamo e dividiamo con stupide diatribe sulla "trasversalità" della questione omosessuale, che non significa assolutamente nulla, perché in questa nostra società dove le classi si polverizzano e la solidarietà è sempre più un insostenibile lusso, tutti siamo trasversali. Anche i dentisti sono trasversali, anche i preti. E se vogliamo dirla tutta anche i maschi eterosessuali sono trasversali, e anche le donne: e allora? Non ci sembra che le donne di sinistra e le femministe si preoccupino della regina Elisabetta. Né di destra, né di sinistra, dicono alcuni. Bisognerebbe dire basta a questa ambiguità, uscire una volta per tutte dal pantano di questo nuovo qualunquismo davvero qualunque, che nasconde a malapena un’ondata anti-politica di estrema destra, che porta il 20% dei francesi a votare Le Pen, e un gay dichiarato a farsi leader di un movimento xenofobo nel più tollerante stato europeo. A questi segnali gravi bisogna rispondere con la chiarezza delle idee e delle scelte: bisogna saper riconoscere che cos’è che fa diversa la destra dalla sinistra, guardando ai valori a cui essa si ispira, che vanno dalla difesa del privilegio di pochi, attraverso il conservatorismo più bieco sul piano dell’etica familiare e sessuale, fino all’arbitrio e al più spudorato uso della violenza.

Dobbiamo riconoscere una buona volta che questa è la destra, e in Italia, che sembra sempre priva di memoria storica, che sembra sempre pronta a vendersi a chi fa la voce più grossa, è anche peggio, è la peggiore destra che sia dato di avere in un paese occidentale oggi: con Reagan e Thatcher almeno non si era andati al disastro istituzionale che incorre oggi in Italia.

E anche se la sinistra è pavida, ha fatto e fa poco, e non sa bene che fare, i nostri valori sono valori di sinistra: che ci siano omosessuali che votano a destra non ci meraviglia – essi seguono altri loro interessi che nulla hanno a che fare con l’omosessualità – anche se non li capiamo, come non capiamo operai, ebrei e musulmani che votano Le Pen. Che dire? C’è chi flirta col suo assassino.

Noi siamo diversi!

Noi lottiamo per i diritti delle persone glbt perché non c’è nessuno che lo fa per noi e perché noi vogliamo prendere in mano il nostro destino.

Siamo comunque consapevoli che finché non cadranno tutti i razzismi, finché la differenza tra un eterosessuale e un omosessuale, un uomo e una donna, un bianco e un nero, un ebreo e un musulmano non verrà percepita solo come una variante individuale con eguale legittimità, finché le differenze non smetteranno di essere oggetto di giudizio morale e fonte di sospetti, di odio, di aggressione, di discriminazione, finché non sarà sanato l’abisso che separa il privilegio dei pochi e l’indigenza dei molti, la sperequazione tra popoli ricchi e popoli alla fame, finché non si troverà un equilibrio tra sviluppo e risorse naturali, la nostra lotta non sarà finita, né potrà trovare un senso adeguato.

Ma, e lo dobbiamo dire forte, finché tutto ciò non coinciderà anche con la fine dei ruoli sessuali che sono la prima forma di oppressione e sfruttamento, che ingabbiano le persone, tutte le persone, non solo quelle omosessuali, e non solo quelle eterosessuali, in un corpo che sovverte il desiderio e lo rende funzionale a un sistema complessivo di repressione-produzione, finché ciò non avverrà non vi sarà liberazione né vera giustizia sociale.

Torniamo in noi, ritroviamo quell’unità che ci serve: ormai lo sappiamo, divisi si perde. Uniamo la nostra lotta a quella delle donne, dei migranti, degli operai e degli emarginati, per il diritto a una scuola pluralista e libera da influenze confessionali, per una sanità efficiente, gratuita, che garantisca i malati, per la protezione delle fasce sociali più deboli, per l ‘integrazione degli immigrati, ma anche contro l’insicurezza che si genera in tutti noi attraverso la polverizzazione delle classi e la riorganizzazione del mondo in chiave liberista. Troviamo alleanze, con quei movimenti di sinistra che hanno dato la sveglia ai partiti che dovrebbero rappresentarci e che invece quietamente continuano a litigare nel loro olimpo; e anche con quei movimenti che vogliono arginare la straripante invasione del mondo, anzi la sua annessione, da parte del capitale finanziario, che distrugge i boschi, il mare, e il clima, le culture e le persone.

UN ALTRO PRIDE E’ POSSIBILE

Lottiamo uniti!

Per: l’ANTIFASCISMO, che è l’elemento identitario e costituente della Repubblica Italiana.

Contro: i vergognosi revisionismi in atto sulla stampa e nelle amministrazioni della destra.

Per: la LAICITA’ dello Stato Italiano

Contro: l’ingerenza della Chiesa e l’abdicazione dei partiti politici di fronte ad essa.

Per: l’autodeterminazione della donna e il mantenimento integrale della legge 194.

Contro: il riconoscimento giuridico dell’embrione e la legge Storace sulla famiglia.

Per: la difesa dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e dello Stato Sociale.

Contro: il vergognoso e immotivato attacco del governo ai diritti di tutela.

Per: il diritto di cittadinanza dei lavoratori extracomunitari stabilmente residenti in Italia.

Contro: le demonizzazioni e le campagne di odio del governo.

Per: l’abolizione del concordato con lo Stato Vaticano, o l’estensione alle altre confessioni.

Contro: lo strapotere della chiesa cattolica nelle istituzioni e la sua influenza culturale.

Per: il rafforzamento della scuola pubblica nazionale. Contro: il finanziamento con i soldi dei cittadini della scuola privata e confessionale.

Chiediamo subito

l’applicazione dell’articolo 13 del trattato di Amsterdam e il recepimento nell’ordinamento italiano della legge antidiscriminazione che protegge i cittadini omosessuali da ogni tipo di esclusione o persecuzione per motivi di orientamento sessuale e rende perseguibile ogni abuso; l’estensione in sede europea e italiana delle stesse normative all’identità di genere e alle persone transessuali; dopo il protocollo d’intesa firmato tra la CGIL e il Circolo Mario Mieli, l’ adeguamento alle normative antidiscriminazione dello Statuto dei Lavoratori e della Legge Mancino;

A – l’integrazione nella legge 164 del 14 aprile 1982 di norme che consentano la "piccola soluzione", e cioè il cambiamento dei dati anagrafici per le persone in attesa di riattribuzione chirurgica del sesso;

B – l’abolizione delle norme che vietano alle persone "biologicamente e anagraficamente di sesso maschile" di indossare, se lo vogliono, abiti femminili

A – l’istituzione di commissioni ministeriali e/o parlamentari, osservatori, authorities che vigilino e propongano ulteriori soluzioni legislative per contrastare l’odio e la discriminazione contro le persone GLBT;

B – finanziamento e produzione di campagne e progetti mirati alla lotta contro l’omofobia: spot televisivi, manifesti, indagini statistiche, convegni;

C – finanziamento di specifici programmi per il supporto e il sostegno ai nuclei parentali, col fine di facilitare i rapporti tra genitori e figli, e di favorire la piena e serena accettazione dell’orientamento sessuale dei minori;

D – l’istituzione di programmi ministeriali di formazione che offrano agli operatori scolastici gli strumenti culturali e scientifici atti a prevenire – sia negli studenti, sia nel personale docente e ausiliario – il pregiudizio antiomosessuale;

E – l’inserimento nei programmi scolastici di corsi di educazione alla sessualità e di educazione alle differenze: sessuali, fisiche, culturali, filosofiche e religiose; leggi che, secondo le direttive della Comunità Europea, diano riconoscimento giuridico a tutte le unioni stabili, anche tra persone dello stesso sesso; il diritto di cittadinanza per il partner straniero; l’estensione a coppie omosessuali o a single della possibilità di adottare minori e il diritto alla fecondazione assistita;

A – dopo il riconoscimento dello status di rifugiato a un ragazzo gay ucraino attraverso il patrocinio del Consiglio Italiano per i Rifugiati e del Circolo Mario Mieli, il recepimento nella legislazione italiana della direttiva dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR) che ha riconosciuto sin dal 1967 lo status di rifugiato politico alle persone gay e lesbiche provenienti da paesi in cui l’omosessualità è reato (punito fino alla pena di morte);

B – Estensione unilaterale dello stesso diritto alle persone transessuali, non menzionate negli accordi internazionali;

C – Estensione unilaterale dello stesso diritto a persone omosessuali che subiscono forti persecuzioni di ordine ambientale anche in assenza di specifiche leggi repressive: era questo il caso del ragazzo ucraino;

A – finanziamento e produzione di campagne di prevenzione e lotta contro l’ AIDS, attraverso strumenti di sensibilizzazione rivolti espressamente alla comunità GLBT;

B – approvazione del preservativo come presidio salva-vita, a prezzo politico; attribuzione di una quota dell’8 per mille devoluto allo Stato alle associazioni di volontariato laico GLBT che si occupa…

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