Era il 2 novembre socrso quando, pressato dai giornalisti che chiedevano dichiarazioni sul caso Rby, Berlusconi disse: "Meglio amare le belle ragazze che essere gay". Ricorderete certamente l’episodio, con l’inevitabile strascico di polemiche che ne è seguito.
A qualcuno, però, quella frase è andata più di traverso che ad altri al punto di decidere di sporgere denuncia per apologia ed omofobia.
A compiere il coraggioso, quanto probabilmente vano, gesto è stata una trans campana detenuta in carcere, come riporta l’Espresso. Vano, dicevamo, perché il procuratore aggiunto Alfredo Robeldo ha già chiesto l’archiviazione del caso, anche se l’ultima parola spetta al gip.
Del resto, in Italia non esiste il reato di omofobia e quindi neanche quello di apologia di omofobia.
Ma la trans non si arrende e punta sul valore simbolico della sua denuncia. «Mi sono sentita offesa nella mia dignità e provata nel percorso che sto iniziando (la transizione MtoF, appunto, ndr) dall’affermazione dell’onorevole Berlusconi» ha detto al giornalista del settimanale al quale spiega che sta «percorrendo un cammino difficile della vita poiché mi sono sempre sentito donna con il mio cervello ma a causa di una cultura familiare malavitosa ed ignorante mi è stato sempre impossibile esternare la mia femminilità nel farmi riconoscere da un Tribunale Civile».
Ma va oltre perché, sostiene, l’apologia è definibile «come una forma indiretta di istigazione, infatti, mentre nell’istigazione si agisce direttamente sulla psiche dell’istigato incitandolo alla commissione del reato. Nell’apologia l’incitazione è indiretta in quanto affidata al solo contenuto apologetico delle affermazioni del premier – spiega convinta -. Siccome le difficoltà psicologiche che passo sono tantissime non posso accettare che un capo del governo possa istigare all’omofobia. Quella di Berlusconi è una frase che invita di fatto all’odio nei confronti di chi è diverso».
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