MESSINA – Il 15 gennaio dello scorso anno, il pensionato ottantenne Giovanni Napoli venne trucidato a coltellate. Il gip del Tribunale dei minori Liborio Fazzi ieri mattina ha rinviato a giudizio il giovane F.S., all’epoca dei fatti diciassettenne, che è accusato di aver ucciso Napoli durante un incontro gay. Il processo si aprirà il 19 dicembre prossimo.
F.S., che è assistito dagli avvocati Giuseppe Romano e Giovanni Mannuccia, dovrà comparire davanti al Tribunale dei minori il 19 dicembre prossimo. Quel giorno si aprirà un processo molto complesso, che vede sul banco degli imputati un giovane accusato di omicidio premeditato con l’aggravante dei motivi abietti e futili. Rischia come minimo una condanna a vent’anni di carcere.
Nella sua casa, piena zeppa di libri di greco ma anche di riviste pornografiche che risalivano perfino ai primi anni ’50, l’ex tassista in pensione Giovanni Napoli riceveva spesso visite di ragazzini. Quella mattina, secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori della Mobile, l’anziano pretese di più e il sottile filo che lega rapporti di questo genere si ruppe: F.S. rifiutò certe prestazioni e si avventò con rabbia sull’improvviso orco che prima non aveva visto. Lo colpì al cuore con un coltello che trovò per casa, poi allo stomaco, lo uccise, scappò.
Arrestato lo stesso giorno del delitto F.S. crollò quasi subito e raccontò la sua colpevolezza, per poi ritrattare tutto e dichiararsi innocente. La traccia che consentì di arrivare a lui nel giro addirittura di un paio d’ore dopo l’omicidio è un suo certificato di residenza, che evidentemente gli sarebbe caduto di tasca mentre si dibatteva furiosamente per resistere al vecchio o per affrontarlo.
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