Lettera aperta al Sindaco di Milano Letizia Moratti e al Vicesindaco Riccardo De Corato
In riferimento all’ordinanza di chiusura anticipata del locale After Line di via Sammartini 25 a Milano del 14 dicembre 2007 disposta dal Comune di Milano e revocata con sentenza del Tar della Lombardia ed in seguito reiterata da codesto Comune dopo sentenza di appello del Consiglio di Stato facciamo presente quanto segue:
detta ordinanza si basava su una relazione della Questura di Milano nella quale si affermava che gli esercizi commerciali e pubblici esercizi della via Sammartini "costituiscono luoghi di ritrovo di soggetti dalla chiara tendenza omosessuale tendenti al consumo di stupefacenti…. all’abuso di sostanze alcoliche e soliti a gesti di intemperanza, oscenità e disturbo agli abitanti della zona".
In tutte le via della "movida" milanese si denuncia l’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti nonché il disturbo agli abitanti della zona ma, in nessun caso, si ritiene di far rilevare che di ciò sono responsabili soggetti dalla "chiara tendenza eterosessuale" come hanno evidenziato anche alcuni deputati radicali in un’interrogazione parlamentare rivolta ai Ministri dell’Interno e delle Pari Opportunità. In via Sammartini la sessualità dei clienti però assume rilevanza.
Agli scriventi sembra di percepire una non troppo latente discriminazione nei confronti degli omosessuali che frequentano la via, che a partire dal 1993 si era qualificata per la presenza di varie attività commerciali e culturali rivolte espressamente alla comunità gay e lesbica.
Altresì ci sembra che il provvedimento sindacale adottato sia eccessivo in quanto se alcune manifestazioni di comportamento inurbano si sono verificate queste potevano essere ascritte alla clientela di un ben determinato ed identificabile bar ma non a tutti indistintamente i frequentatori della via; tenuto conto che L’After Line in quindici anni non ha mai subito alcuna sanzione per la sua attività. La chiusura anticipata alle 22.00 di alcuni ritrovi comporta per la nostra comunità un evidente disparità di trattamento e una limitazione alla libertà di impresa oltre al fatto che la clientela, è notorio, inizia a frequentare i locali notturni proprio a partire dalle 22.00. Questo significa la cessazione definitiva di queste attività con conseguente perdita del lavoro dei dipendenti e il coprifuoco anche per le altre attività non soggette al provvedimento con il conseguente azzeramento di quanto realizzato con il lavoro di anni. Senza contare il venir meno di luoghi di libera aggregazione per la comunità omosessuale.
D’altra parte la regolamentazione dei pubblici esercizi vigente in Italia non permette ai gestori alcuna forma di selezione della clientela lasciando loro soltanto una responsabilità oggettiva che, come in questo caso, viene sanzionata. Sarebbe stato più opportuno un intervento delle forze dell’ordine in funzione più preventiva che repressiva, una maggiore presenza delle istituzioni locali e un interesse dell’amministrazione a combattere realmente il degrado della zona Stazione Centrale come più volte sollecitato in appelli, lettere aperte e richieste di incontri mai accolte.
Ci auguriamo che queste argomentazioni possano portare ad una nuova valutazione del provvedimento adottato e alla sua revoca fermo restando la più ampia disponibilità ad una collaborazione con tutte le autorità per riqualificare la zona.
Cordiali saluti,
on. Franco Grillini, ex deputato
Alessandro Golinelli, scrittore
Felix Cossolo, giornalista
Alessio De Giorgi, imprenditore
seguono altre 500 firme
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