Nunzia, trans registrata come donna all’anagrafe, ha preferito rinunciare alle cure e andare via dall’ospedale San Giovanni Bosco, piuttosto che continuare a subire le battute e le provocazioni del personale paramedico della struttura a cui si era rivolta per problemi cardiaci. “Questa dove la mettiamo?” ripetevano gli inservienti dopo il suo arrivo. Nonostante i documenti d’identità della donna fossero in sintonia con la sua identità di genere, gli operatori sanitari incaricati di portarla in reparto l’hanno continuamente derisa rivolgendosi a lei al maschile e discutendo su quale reparto fosse il più adatto.
A denunciare il fatto è stato l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, Daniela Villani: “La signora Nunzia per non sostenere l’attacco gratuito e inaccettabile ha deciso di rinunciare alle cure ed è andata via. L’Amministrazione comunale di Napoli è da sempre in prima fila sui diritti civili e contro le discriminazioni, per l’inclusione e il rispetto alle diversità. Combattiamo l’ignoranza e vogliamo costruire una città contro ogni discriminazione, in cui le persone (maschi, donne, etero e LGBT) siano educate al rispetto reciproco per la vittoria della comunità e della sensibilità”. L’assessore comunale si è detta “costernata per l’accaduto” e ha rivolto le sue scuse alla signora Nunzia “a nome della città. Siamo al suo fianco”, invitandola poi a contattare l’assessorato.
Come esponente della Razza UMANA, come donna e come Assessore alle Pari Opportunità Comune di Napoli condanno il…
Pubblicato da Daniela Villani su Sabato 30 luglio 2016
Arcigay Napoli è intervenuta, per ribadire che bisogna “garantire l’uguaglianza e la dignità di tutti i cittadini”. Arcigay ha ricordato anche che “non si tratta del primo caso di questo tipo che si verifica nello stesso ospedale: nel 2014 Pina, una donna transgender, fu ricoverata nel reparto maschile e denudata alla presenza degli altri degenti. L’intervento di alcuni attivisti ha portato il sindaco Luigi de Magistris a emanare una direttiva rivolta a tutti i presidi ospedalieri della città in cui si ribadiva la responsabilità dei professionisti, la dignità dei pazienti, i diritti umani inviolabili alla salute, la privacy e spazi riservati in casi doppiamente sensibili”.
Arcigay Napoli ha richiesto allora “ancora una volta un tavolo di confronto tra tutte le autorità responsabili delle Pari Opportunità a livello locale”. Perché il diritto alla salute e alla cure non può essere in discussione e in contesti sensibili come quello ospedaliero è inaccettabile che ci si possa imbattere in fenomeni del genere, soprattutto ci si trova nel momento del bisogno, vulnerabili e in cerca di aiuto.
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Vergognoso.