Sarà la prima donna prete d’Italia, Madre Maria Vittoria Longhitano, a celebrare con rito religioso il 21 maggio prossimo, le nozze tra Agnese Cighetti e Letizia Torrisi, entrambe 30enni, e tra Carmelo Mazzeo e Paolo Cenni, rispettivamente 41 e 33 anni.
Un evento che farà discutere e che certo merita attenzione, perché, tra l’altro, il rito sarà officiato in una villa privata dato che nessuna chiesa ha dato la disponibilità ad ospitarlo.
Madre Maria Vittoria, "presbitera della Chiesa Veterocattolica (Unione di Utrecht – in piena Comunione con la Chiesa Anglicana) e parroca della Comunità "Gesù di Nazaret" di Milano" come si legge sul suo profilo Facebook, celebra messa dallo scorso anno.
Tra le letture scelte c’è, naturalmente, il passo della Bibbia che riporta le parole di Rut a Noemi in cui si legge: "Dove andrai tu, andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio". E poi ancora: "Il Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da te". Una promessa d’amore in piena regola.
"Quella di Rut e Noemi è la prima testimonianza di un legame omo-affettivo femminile – ha spiegato a City Madre Maria Vittoria -. Mi sembrava bello sceglierlo". "Siamo cristiane – ha specificato Letizia, una delle due future spose -: per noi è importante giurarci amore eterno di fronte a Dio e alla comunità", mentre Carmelo ci tiene a precisare che "la famiglia è amore" a prescindere dall’orientamento sessuale. Carmelo e Paolo si sono avvicinati alla chiesa Veterocattolica dopo essersi allontanati dalla Chiesa Cattolica dalla quale si sentivano discriminati. "In quella Vetero – Cattolica spiega -, invece, abbiamo trovato piena accoglienza".
Naturalmente, i legami non hanno alcun valore agli occhi dello stato italiano che non riconosce le unioni gay in alcuna forma esse si concretizzino.
Letizia e Agnese andranno a registrare civilmente la loro unione in Spagna, dove si recheranno per ricorrere alla fecondazione assistita che le aiuterà ad avere un figlio.
Madre Maria Vittoria scherza, si fa per dire: "Possono essere trascritti nei registri civili solo nei Paesi civili". E poi cerca di fermare sul nascere le polemiche che probabilmente nasceranno: "Sono felice di unire queste coppie di fronte a Dio -. "Chi si scandalizza mal interpreta la parola di Dio: se Dio è amore, cosa può avere da ridire sul fatto che due persone si amino?".
Quelle del prossimo 21 maggio, però, non sono le prime nozze gay celebrate con rito religioso in Italia.
Il primo matrimonio risale al 7 aprile dello scorso anno e venne celebrato a Trapani dal pastore Alessandro Esposito secondo il rito della chiesa Valdese. A sposarsi, furono due donne di cui sappiamo solo le iniziali: C.H. e B. K.
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