Oltre il danno la beffa per l’associazione dei "genitori di omosessuali. Alcuni rappresentanti dell’Agedo, da sempre al fianco dei figli lgbt nelle loro battaglie e anzi spesso più combattivi di loro, sono stati identificati mentre manifestavano fuori dalla Camera dei Deputati durante il sit in organizzato in occasione del dibattito sulle pregiudiziali di costituzionalità contro la legge sull’omofobia. Sarebbero sette in tutto, le madri e i padri a cui la Polizia ha chiesto i documenti senza aver commesso, ovviamente, nessun atto anche lontanamente sovversivo.
La vicenda la racconta una mamma dell’Agedo: "Quando è giunta la notizia, la delusione e anche la rabbia ci hanno assalito. Dai nostri occhi – racconta – non vi nego che qualche lacrima è scappata via, ma subito dopo abbiamo sentito la necessità di farci vedere e sentire e così insieme ai pochi ragazzi e ragazze che erano con noi, abbiamo urlato tutta la nostra rabbia, spostandoci da una parte all’altra degli ingressi di Montecitorio."
"Arrivati sul lato via del Corso – prosegue il racconto – ci siamo fermati continuando a gridare slogan innocenti e questo deve aver irritato le forze dell’ordine che con un’aggressività fuori misura visto che eravamo uno sparuto gruppo di manifestanti, hanno comunciato a ritirare i documenti d’identità. Alcuni, intimoriti da questi loschi figuri hanno consegnato le carte d’identità, mentre altri, me compresa, abbiamo obbiettato che non ci sembrava giusto tutto questo e che non stavamo facendo niente di irregolare , ma stavamo solo esprimendo le nostre opinioni sulla votazione alla Camera che riguardava la vita dei nostri figli.
A conclusione del racconto, la mamma spiega il motivo della presenza dei genitori in piazza: "Noi siamo genitori e come tali abbiamo l’obbligo e la necessità per noi vitale di difendere i nostri figli. Non sono solo parole. È per tutti così… vogliamo solo la vostra felicità".
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