Perugia, il piccolo Joan ha la cittadinanza: ma è stata cancellata una delle due madri

Figlio di due donne perugine residenti in Spagna, il bimbo si era visto negare per 10 mesi la trascrizione dell'atto di nascita, per volontà del Sindaco di centrodestra Andrea Romizi.

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C’è voluto un anno ma alla fine il piccolo Joan, proprio il giorno del suo compleanno, è stato riconosciuto dal Comune di Perugia. Figlio di due donne perugine residenti in Spagna, il bimbo si era visto negare per 10 mesi la trascrizione dell’atto di nascita, per volontà del sindaco di centrodestra Andrea Romizi.

Alla fine, dopo quasi un anno di polemiche in cui il povero Joan è stato lasciato apolide in Spagna senza documenti e cittadinanza, l’agognata firma, ma con sorpresa. L’atto è stato infatti trasmesso in Spagna ma Joan risulta figlio solo della donna che lo ha partorito. Inevitabili le reazioni, con in testa Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos.

«Il sindaco Romizi ha trascinato in maniera arrogante l’istituzione comunale in un’assurda e medievale battaglia ideologica ai danni di una famiglia omogenitoriale per compiacere le frange più integraliste e retrograde della sua parte politica. A quanto riporta la stampa, il sindaco Romizi ha finalmente dovuto cedere di fronte all’indignazione di ampia parte della società civile e alla mobilitazione di Omphalos e delle altre associazioni e fare definitivamente un passo indietro. La trascrizione parziale è un dietrofront che arriva in maniera tardiva e insufficiente. Se confermata, questa sarebbe una grave ammissione di responsabilità da parte del primo cittadino: le norme che consentono la trascrizione dell’atto di nascita andavano applicate dieci mesi fa. Il rifiuto di riconoscere la nascita del piccolo, arrivato nel giugno scorso, è stato un atto gravemente discriminatorio oltre che crudele dal momento che ha causato gravi difficoltà al piccolo e alla sua famiglia».

Da parte sua il primo cittadino si è così difeso.

«Come sempre abbiamo semplicemente applicato la legge. La trascrizione è, infatti, avvenuta nei tempi e secondo le modalità scaturite da una interlocuzione prima con la Prefettura e, dopo il voto del consiglio comunale, con il ministero degli Interni». «I nostri uffici hanno seguito la procedura in modo sereno e scrupoloso, senza condizionamenti. Per questo rifiuto chi vuole tratteggiare Perugia per quello che non è. Noi seguiamo la legge e ci confrontiamo con gli enti, anche altri Comuni che hanno affrontato casi simili, per risolvere le questioni, questa come le altre».

Lo scorso settembre il sindaco Romizi era stato sollecitato ad annullare il rigetto e a trascrivere integralmente l’atto da un ordine del giorno del Consiglio Comunale di Perugia approvato anche con i voti del suo partito e della sua maggioranza. Senza però cedere, come ribadito da Bucaioni.

«Il sindaco non ha mai voluto ascoltare nemmeno il Consiglio Comunale, ma ora che Perugia è finita sulle prime pagine dei quotidiani nazionali il primo cittadino ha cambiato idea per mero e cinico opportunismo politico. La trascrizione parziale è però totalmente insufficiente: oltre al danno di aver bloccato illegalmente senza diritti Joan e la sua famiglia in Spagna per più di dieci mesi, arriva anche la beffa perché nella trascrizione di oggi Romizi ha deciso di cancellare una delle due madri. L’azione legale già intrapresa nel giugno scorso proseguirà per porre rimedio a questa odiosa ingiustizia e per tutelare l’interesse di Joan a vedersi riconosciute entrambe le madri». «Piccoli e grandi comuni in Italia trascrivono integralmente atti di nascita di bambini nati in famiglie omogenitoriali e Perugia non merita di essere additata a livello nazionale come città retrograda e incapace di tutelare i diritti fondamentali di un bambino. Il sindaco Romizi si è rivelato inadatto a governare questa città e farebbe bene a dimettersi. Quando Joan verrà a Perugia con le sue mamme la città, che è molto più avanti del suo primo cittadino, lo accoglierà a braccia aperte».

In festa, e in polemica con il Sindaco, anche i radicali, per voce del segretario Michele Guaitini e del tesoriere Andrea Maori.

Il sindaco di Perugia si è dunque arreso con colpevole ritardo di parecchi mesi. Si è arreso difronte all’evidenza dei fatti, si è arreso alla giurisprudenza ormai costante che non frappone più ostacoli in tema di trascrizione di figli di coppie omosessuali, si è arreso alla mobilitazione che associazioni (Omphalos su tutte) e singoli cittadini hanno posto in essere per accogliere il loro nuovo concittadino, si è arreso difronte alle interrogazioni parlamentari, al ricorso in tribunale, agli articoli di stampa che hanno portato alla ribalta questo caso ormai unico in Italia di un bimbo impossibilitato a vedersi riconosciuto il diritto di cittadinanza». «Ma la storia non finisce qui, perché mentre in Spagna il bimbo risulta figlio di due genitori, come varca il confine con lo stato italiano risulta essere figlio della sola madre che lo ha partorito. È tuttora pendente il giudizio in tribunale per ottenere la trascrizione integrale dell’atto con l’indicazione di entrambi i genitori e dispiace dover constatare che salvo colpi di scena debba ancora una volta essere la magistratura a dover porre rimedio a ciò che poteva e doveva essere risolto molto tempo prima da chi di dovere”.

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