La vedova di Omar Mateen, terrorista che il 12 giugno del 2016 uccise 49 persone e ne ferì altre 50 nella discoteca gay Pulse, ad Orlando, è uscita ‘pulita’ dal processo a suo carico.
Noor Salman, questo il nome della donna, era stata accusata di complicità con il marito e di aver ostacolato le indagini sull’attentato. Ebbene Salman è stata ieri dichiarata non colpevole da tutte le accuse. Charles Swift, suo avvocato, è riuscito a far passare la tesi che Noor fosse una vittima innocente del folle marito. “E’ una donna che non va neanche alla moschea, cerca Hello Kitty su internet”. “Dovremmo davvero credere che abbia avuto lunghe conversazioni sulla jihad con Omar Mateen?“.
La giuria, composta dai soliti 12 membri, si è preso tre giorni per arrivare ad un verdetto. Di non colpevolezza. Il pubblico ministero sosteneva che le dichiarazioni fatte dalla Salman all’FBI dopo l’arresto, nel gennaio 2017, fossero la chiara dimostrazione che lei conoscesse le intenzioni dell’uomo. La donna, a loro dire, avrebbe inoltre ‘consapevolmente ingannato’ gli agenti FBI nelle ore successive all’attacco, per provare a sviare le indagini. Peccato che i giurati l’abbiano vista diversamente.
Nel corso del processo, il pubblico ministero ha affermato che Mateen aveva originariamente deciso di attaccare Disney World, che si trova sempre ad Orlando, per poi ripiegare su un obiettivo più alla portata. Il Pulse.
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