Sta suscitando preoccupazione in tutto il mondo la vicenda dei quattro ragazzi iraniani condannati a morte perché omosessuali.
"Arcigay sta vivendo con grande apprensione e angoscia le sorti di, Sahadat Arefi, Javid Akbari, Hushmand Akbari e Vahid Akbari – si legge in una nota del presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè-. Rivolgo un appello al nostro Governo, al Ministero degli Esteri e a tutte le Istituzioni europee e alle organizzazioni internazionali, religiose e umanitarie perché intervengano in ogni modo possibile per salvare la vita di questi ragazzi. Credo che l’opinione pubblica non voglia voltare lo sguardo da un’altra parte: nessuno può farlo, di fronte alla sorte di quattro ragazzi condannati a essere impiccati per la loro identità. Non si può dover pagare con la vita la propria natura".
A diffondere la notizia della condanna emessa da parte della Corte Suprema iraniana, che conferma una precedente sentenza del tribunale della regione Kohgiluyeh e Buyer Ahmad era stato ieri il sito che si occupa di diritti umani "Herana" secondo il quale i quattro sono stati riconosciuti "colpevoli di pratica omosessuale". Adesso la sentenza potrebbe essere eseguita nel giro di pochissimi giorni, per questa ragione è partito un appello alla mobilitazione internazionale per tentare di fare pressione sul governo di Teheran che, però, non ha mai dimostrato alcuna sensibilità nei confronti delle questioni legate ai diritti umani, specialmente delle persone lgbt.
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