«La natura anti – femminile di gruppi di fondamentalisti islamici fa sì che siano l’unica cultura "pederasta" dominante al mondo. E’ questo il motivo per cui schiacciano in modo assoluto le donne. Alcuni di loro si mettono rose fra i capelli e si dipingono la faccia con "coal" (carbone n.d.r.). Quando sarà passato quello che succede oggi, invece di andare alle Maldive, andate in quei paesi, controllate da soli».
Così parlò Edward Luttwak, opinionista americano di grido (molto amato sia da Vespa che da Santoro), il 12 ottobre a Prato, nel corso del suo intervento al Forum Internazionale della Piccola e Media Impresa. Nello svolgersi della conferenza Luttwak ha illustrato la situazione attuale nelle zone calde della guerra ed ha prospettato possibili soluzioni nella prospettiva di un governo post-Talebani. Nel suo italiano forbito, ma con frequenti insert in lingua inglese, si è anche, brevemente lanciato nell’analisi sociale di cui sopra. Opinione a dir poco personalissima, sui presunti costumi sessuali in voga presso alcuni integralisti islamici.
Amnesty International, infatti, ci aveva informato che per gli omosessuali, in Afghanistan, vige la pena di morte.
«Pena di morte tramite lapidazione. O meglio: gli omosessuali vengono posti sotto un muro di pietre che viene fatto ricadere sopra di loro. Stessa punizione per le donne adultere – così interviene sulle dichiarazioni di Luttwak Sergio Lo Giudice, presidente nazionale dell’Arcigay – Confondere l’omosessualità con un eccesso di maschilismo è un terribile errore di prospettiva. I Talebani schiacciano l’umanità delle donne, tanto quanto quella degli omosessuali.»
«Vero è, comunque – continua Lo Giudice – che vi sono fra loro rapporti omosessuali. Come, del resto, in tutti i gruppi con presenza maschile esclusiva. Ma una cosa è avere rapporti sessuali fra uomini, altro è riconoscere l’identità dell’individuo omosessuale. E’ noto che una forte e violenta omofobia nasconde pulsioni inconfessate verso lo stesso sesso. Gli integralisti, però, negano qualsiasi diritto di autodeterminazione agli esseri che considerano inferiori: gay e donne».
La scrittrice Dacia Maraini è di simile avviso, ma dai toni leggermente più polemici: «Luttwak fa un’operazione elementare: visto che i Talebani non amano le donne, vorrà dire che amano gli uomini. Mi sembra una provocazione sterile, un’offesa gratuita. Perché nella nostra cultura omosessuale è ancora un’offesa mortale. Non per me, è ovvio, ma provate ad andare a dire ad un italiano qualsiasi "frocio" e guardate come reagisce… Luttwak voleva offendere i Talebani è ha usato questo mezzo. La faccenda è più seria e drammatica. A me sembra che basti il fatto che questo gruppo terrorista abbia ucciso 5.000 persone per renderli spregevoli».
di Paola Faggioli
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