Non si può certo dire che la visita di Benedetto XVI nel suo paese d’origine sia la più semplice tra quelle fatte finora. Anzi. Proprio a casa sua, Razinger si trova a fronteggiare una situazione difficile, tra preti gay sospesi che intendono comunque celebrare messa mentre il Papa è in Germania e la stampa che parla di "terreno difficile".L’arcivescovado di Berlino, dove Ratzinger si trova per visitare il Parlamento, ha però criticato la messa che due sacerdoti cattolici gay sospesi dalla Chiesa hanno programmato di celebrare in una chiesa evangelica di Berlino durante la visita del Papa. "Norbert Reichterts e Christoph Schmidt sono due preti sospesi dai loro vescovi di Paderborn e Essen si legge in una nota il portavoce della diocesi Stefan Foerner -. La sospensione prevede espressamente il divieto di esercitare il servizio sacerdotale, tra l’altro la celebrazione dell’eucaristia. In questo senso la prevista messa a Berlino non è permessa".
L’arcidiocesi di Berlino, poi, si dice "stupita" per l’ospitalità offerta ai due sacerdoti gay dalla comunità evangelica.
A rincarare la dose arriva il quotidiano progressista "Sueddeutsche Zeitung" che sottolina come "in patria Benedetto XVI sia diventato un incompreso e non sarà facile vincere lo scetticismo". Il quotidiano racconta poi che ad accogliere il Papa all’aeroporto di Berlino c’erano questa mattina "un capo dello Stato cattolico, sposato in seconde nozze, che è escluso dalla comunione, ed un cancelliere protestante al suo secondo matrimonio", mentre il pomeriggio è stato caratterizzato dall’incontro con "un borgomastro dichiaratamente gay, contrario all’insegnamento cattolico", ovvero il rinnovato sindaco di Berlino.
Critica sull’accoglienza distaccata di molti compatrioti nei riguardi di Benedetto XVI è invece la "Frankfurter Allgemeine Zeitung" (Faz) con un fondo dal titolo "L’ultimo pregiudizio", nel quale scrive irritata che "anche questa volta i tedeschi in fatto di mancanza di rispetto non si fanno superare da nessuno", ricordando che "durante la prima e ultima visita di Giovanni Paolo II a Berlino nel 1996 volarono sacchetti di vernice all’indirizzo dell’uomo che con il suo impegno per i diritti umani aveva come nessun altro colpito con l’ascia le radici del comunismo".
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