Una lettera anonima, inviata alla curia e alla stampa per infangare don Paolo Cugini, parroco di Reggio Emilia. La sua colpa? Aver organizzato pochi giorni prima, nella chiesa Regina Pacis, una veglia di preghiera a favore delle vittime dell’omotransfobia.
L’iniziativa, chiamata Benedite e non maledite, aveva già suscitato alcune reazioni contrarie, come scritte ingiuriose e manifesti strappati, ma ora il malcontento ha assunto forme più dirette. Nella lettera in questione don Cugini viene accusato di comportamenti immorali e rapporti intimi che avrebbe avuto con alcune parrocchiane. Il sacerdote ha già annunciato che si rivolgerà alla polizia: “Accuse false, andrò in questura a fare denuncia contro ignoti”.
Fortunatamente i parrocchiani hanno già manifestato solidarietà al prete reggiano, che commenta così l’episodio: “Qualcuno, forse della destra cattolica, sta cercando di infangarmi in tutti i modi – ha spiegato all’Ansa – Usano la menzogna per infangare qualcuno che non la pensa come loro, è brutto che ci siano questi modi”.
I veleni nella città emiliana si sono scatenati con l’avvicinarsi del REPride, il prossimo 3 giugno. A don Cugini è arrivato anche il sostegno dell’Arcigay Gioconda di Reggio, con il presidente Alberto Nicolini: “L’impressione è che in questi giorni il clima sia gonfiato da gruppi estremisti”.
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