Darete il patrocinio al Pride? Farete una legge contro l’omofobia? Arcigay si rivolge ai candidati presidente delle regionali lombarde.
Il voto del 4 marzo si annuncia un passo cruciale per la comunità LGBT. Si fermerà il percorso dei diritti civili? Si andrà avanti o indietro, come paventato da alcune forze di centrodestra? Non è solo lo scenario nazionale a tenere banco, anche alle regionali l’esito del voto può avere ricadute importanti, come abbiamo visto con le iniziative contro l’omofobia di alcune giunte illuminate.
La regione più importante che va alle urne, se non altro per dimensione, è sicuramente la Lombardia, dove si contendono lo scranno più alto di Palazzo Lombardia il favorito Attilio Fontana, leghista e a guida di tutto il centrodestra, e Giorgio Gori per il PD e altre liste collegate. Della stessa partita, ma decisamente staccati si segnalano Dario Violi per il M5S e Onorio Rosati per Liberi e Uguali.
Per questo le associazioni del Coordinamento Arcobaleno di Milano e alcuni circoli Arcigay della Lombardia (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova) hanno stilato una serie di domande rivolte ai candidati governatore della regione, auspicando che inseriscano nei loro programmi i punti toccati dal questionario.
Il documento affronta otto diverse tematiche: omotransfobia, pride, bullismo e ‘teorie gender’, salute e prevenzione dell’Hiv, diritti transgender, cultura LGBT, famiglie e sostegno ai diritti LGBT. Queste sono alcune delle domande più rivolte ai candidati:
– Intende adoperarsi perché anche la Lombardia adotti una legge che tuteli efficacemente le persone dalle discriminazioni per orientamento sessuale, identità di genere o condizione intersessuale?
– È favorevole a concedere il patrocinio regionale al Milano Pride e agli altri Pride
lombardi? Intende partecipare personalmente alla parata del Milano Pride in veste di Presidente della Regione (o Consigliere regionale)?
– È disposto a contrastare la pericolosa opera di disinformazione legata ai cosiddetti
“studi di genere”, che ha prodotto l’inesistente e falsa “teoria gender” che ancora serpeggia in maniera forte anche nella regione Lombardia?
– È favorevole a finanziare lo sviluppo di una rete di checkpoint per somministrazione di test HIV anonimi e della PreP, gestita dalle associazioni di volontariato già presenti e operanti in collaborazione con le ATS nel territorio regionale?
– Intende promuovere azioni concrete per favorire l’inserimento lavorativo e/o il
mantenimento del posto di lavoro delle persone transessuali e transgender?
In attesa delle risposte che ci auguriamo arriveranno dai candidati alla guida di Regione Lombardia.
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