Ha deciso di fare coming out per aiutare i giovani rugbisti gay a "scendere a patti con la loro sessualità".
"Ho incontrato un uomo che mi ha detto che non avrebbe mai potuto avere una storia con qualcuno che non avesse ancora fatto coming out – ha raccontato il giocatore professionista di rugby Jed Hooper, fresco di coming out, al quotidiano "The Evening post" -. Era la scossa che mi serviva. Prima diallora, penso di averlo detto ad una decina di amici e le loro reazioni erano state positive e questo mi ha dato un’idea di quello che sarebbe potuto succedere. E poi ho pensato che se le cose fossero andate male, almeno avrei avuto dieci persone dalla mia parte!".
Dopo aver usato il coming out con famiglia e parenti come cartina di tornasole, Jed ha dato la notizia alla sua squadra e alla comunità di Bristol e tutti lo hanno accolto a braccia aperte.
"Essere capitano è un grande vantaggio – ha detto Jed – quindi quando ho fatto il mio annuncio una delle prime persone dei Reds (gli Old Redcliffians, la sua squadra, ndr) con cui ho parlato è stato il presidente, Ray Massey".
"Gli ho detto che se il club non voleva un gay come immaggine, avrei capito e mi sarei dimesso. Ma è stato brillante e mi ha risposto "sei il nostro capitano e non cambia niente". Questo supporto è stato determinante per me".
E data la sua esperienza decisamente positiva, Hooper non può che dare consigli a chi non ha ancora fatto coming out.
"Se qualcuno sta leggendo ed è nella mia stessa situazione – dice l’atleta – tutto quello che voglio dirgli è di non reprimersi, fidatevi, perché c’è la luce in fondo al tunnel. Il mondo non è contro di voi. Se la mia storia può aiutare una sola persona, allora ne è valsa la pena".
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