Quasi tornando ai tempi sovietici, quando l’omosessualita’ era un reato (depenalizzato solo nella Russia post-comunista nel 1993), il parlamento di San Pietroburgo ha approvato in terza e definitiva lettura una legge che prevede multe per i gay, le lesbiche, i bisessuali o i transgender che professano apertamente il loro orientamento sessuale in presenza di minori, equiparando di fatto manifestazioni come i Gay-pride alla propaganda della pedofilia. A favore 29 deputati, cinque i contrari, un astenuto, 15 non hanno partecipato al voto. Il provvedimento è stato aspramente criticato dagli attivisti gay, che lo hanno definito "medioevale", preannunciando ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. La legge prevede multe di 5000 rubli ( 120 euro) per i singoli, di 50 mila rubli (1200 euro) per i dipendenti pubblici e sino a 500 mila rubli (12 mila euro) per le organizzazioni che promuovono pubblicamente tali attività tra cui rientrano anche le associazioni per i diritti lgbt.
Da anni gli attivisti gay tentano di organizzare gay pride a Mosca e a San Pietroburgo ma le loro richieste vengono puntualmente respinte, in un Paese fortemente omofobo. E tutte le volte che una manifestazione sono riusciti ap ortarla in piazza, si è conclusa con violenze e arresti. Pur essendo stata abolita nel 1993 come reato, l’omosessualità è rimasta in Russia sino al 1999 nella lista delle malattie mentali.
"E’ il collasso della politica dei gruppi gay che hanno da sempre tentato di collaborare con le autorità a San Pietroburgo ha dichiarato uno dei leader del movimento lgbt Nikolai Alekseev -. GayRussia e Moscow Pride lottano da soli contro questo genere di leggi dal 2009. Abbiamo sempre detto che questa situazione può essere risolta solo legalmente quando il Consiglio dell’Onu per i Diritti Umani e soprattutto la Corte Europea per i Diritti Umani emetteranno condanne vincolanti contro questo genere di leggi nelle causa iniziata dopo le denunce di GayRussia e Moscow Pride, aspramente criticate per le azioni intraprese dalle organizzazioni di San Pietroburgo".
E anche dall’Italia arrivano aspre condanne contro il voto del parlamento di San Pietroburgo.
"Questa grave decisione vìola tutti i trattati sul rispetto dei diritti umani – si legge in una nota dell’Associazione Radicale Certi Diritti -. In questi giorni in molti paesi, le organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani si sono mobilitate davanti alle rappresentanze diplomatiche russe chiedendo che venisse sospeso il provvedimento votato oggi in terza lettura". E proprio per tenere alta l’attenzione sul voto previsto per oggi, Certi Diritti insieme ad altre organizzazioni Lgbti italiane aveva organizzato ieri un flash-mob davanti al consolato russo di Milano. "L’Associazione Radicale Certi Diritti chiederà subito un intervento del Consiglio d’Europa – continua la nota – e investirà della questione il Ministro degli Esteri italiano e l’Unione Europea contro questa vergognosa legge omofoba ".
"Spero che il Governo italiano faccia sentire tutta la contrarietà nei confronti di questo provvedimento nazista – scrive sul suo blog Cristiana Alicata del Pd -. La Russia ci manda il gas, ma troviamo il modo di fare sentire le nostre pressioni". E rilancia con una campagna di boicottaggio contro il prodotto nazionale russo "Una cosa di grande impatto – suggerisce – mediatico e simbolico per esprimere la nostra vicinanza ai fratelli russi potrebbe essere quella di bandire la Vodka di produzione russa dai locali gay con il motto di Via la Vodka dai locali gay".
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