“Ero gay”. Le parole di Luca Di Tolve, simbolo delle terapie riparative e campione dell’omofobia in Italia, campeggiano su un cartello in uno studio medico di Savona.
A denunciare il caso di omofobia è “Apertamente”, circolo savonese di Arcigay, che ha presentato un esposto all’Ordine dei Medici di Savona contro Fabio Vaccaro, medico di famiglia di 64 anni. Alla base del cartello anche il numero dell’associazione Lot, il gruppo bresciano che fa proprio riferimento a Di Tolve e che promuove la conversione spirituale degli omosessuali.
L’Ordine dei Medici ha già annunciato che si riunirà per valutare la posizione del dottore e procedere con le eventuali sanzioni disciplinari del caso: “Precisiamo che l’Ordine non considera l’omosessualità come una malattia e che valuterà al più presto, con la massima serietà, il caso segnalato”, ha spiegato al Secolo XIX il presidente Luca Corti.
L’omofobia del dottore non si limita tuttavia al manifesto presente nel suo studio. Ad aggravare la posizione di Vaccaro sono le sue parole: “Omosessuali si diventa per dinamiche familiari ed è giusto porgere aiuto per sostenere queste persone a diventare uomini e donne. L’omosessualità – insiste il medico – era inserita tra le patologie dall’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità. Poi, è stata depennata anche a fronte dell’attività delle lobby gay, rappresentate da personaggi dello spettacolo e del mondo della moda di potere. Resta, però, l’obbligo di curare chi soffra per la condizione in cui si trova”.
Convinzioni che lo rendono del tutto inadeguato ad esercitare la professione medica. Speriamo che sia la stessa conclusione a cui giungerà l’Ordine dei Medici savonese.
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