Oggi per la rubrica “Simply Love” incontriamo Marco, 34 anni medico, e Alessio, 34 anni cuoco, insieme da 2 anni e freschi freschi di convivenza a Grosseto.
Allora ragazzi, come vi siete conosciuti?
M: Ci siamo conosciuti da una frase che Alessio aveva scritto su un sito gay, era già da un po’ che guardavo le sue foto e alla fine attraverso quella trovai la scusa per scrivergli.
A: Si, sono i luoghi di incontro dell’era moderna! Da li abbiamo parlato per un po’ e poi abbiamo deciso di conoscerci dal vivo.. da allora non ci siamo più separati!
Ci raccontate un po’ la vostra unione? Le vostre dinamiche di vita quotidiana?
M: I compiti della nostra famiglia sono divisi non in maniera predeterminata ma in base a chi ha più disponibilità di tempo in quel momento. E ovviamente è una gioia quando cucina lui.. in due anni ho preso sette chili!
A: Ho in programma tre dolci in questi giorni..
M: A lui piace farli e a me mangiarli, una soluzione perfetta!
A: A parte battute, in casa andiamo molto d’accordo, dove non arrivo io arriva lui e viceversa.
E come va con l’esterno? Vi sentite discriminati in qualcosa?
M: Devo essere molto sincero, all’inizio quando mi sono dichiarato avevo molte remore nel vivere la mia affettività e la mia serenità tranquillamente. Oggi passeggio mano nella mano con il mio compagno, parlo a tutti di lui e non ho più remore nel farmi vedere o meno, in fondo è solo amore! Noi viviamo tutta la nostra quotidianità a Grosseto, facciamo la spesa insieme e giriamo spesso insieme, non ci nascondiamo e devo dire che anche se la città è tutto sommato in una piccola provincia non ci sentiamo mai discriminati. Ci possono essere stati alcuni episodi spiacevoli dovuti più a goliardia che non a una vera volontà di discriminazione o violenza, ma appunto sono pochissimi episodi isolati. La società comincia ad essere aperta, anche se, certo, permangono delle sacche di ottusità magari in piccoli paesi o in ambienti molto conservatori.
A: Si, anche io condivido quello che dice Marco. Purtroppo mi è recentemente capitato a lavoro, faccio anche formazione, di sentire battutine da dei corsisti. Nulla di grave e ovviamente non mi scalfisce, ma non fa certamente piacere.
E il rapporto con le vostre famiglie di origine?
M: Io mi sono dichiarato alcuni anni fa e con il tempo hanno accettato la cosa.
A: Io ho avuto un po’ di resistenze coi miei, quando ho detto che volevamo sposarci ma mia sorella, invece, ne è stata felicissima e non vede l’ora di fare da damigella!
M: Quando li ho detto che volevo andare a convivere hanno detto “Secondo noi fai una cavolata!”. Però devo dire che sono molto favorevoli alla legge sulle Unioni Civili.
Riguardo i bambini? Ne vorreste?
M: Ni
A: Si
M: Ok si.. ma non ora, abbiamo molte cose ancora da sistemare, però in futuro si!
A: Comunque abbiamo già due gatti! E’ già un inizio!
Avete fiducia nella classe politica italiana? Pensate che verrà finalmente approvata una legge su matrimonio o unioni civili?
A: Da parte mia la fiducia è pari a zero, sulla possibilità di vedere finalmente una legge sulle Unioni Civili ho un po’ di speranza adesso. Aggiungo, però, che sembra assurdo che oggi si debba ancora aspettare una legge per regolarizzare qualcosa che già esiste di fatto nella società, una coppia che sta insieme per amore.
M: Io sono speranzoso che in futuro si possano guadagnare la mia fiducia. Molto dipenderà dall’esito della votazione su questa proposta di legge. Ci tengo molto alla laicità dello Stato: le uscite del Cardinal Bagnasco mi sono sembrate come se noi italiani andassimo a dire ai francesi di utilizzare il bidet!
Cosa vi aspettate dal nostro Stato?
M: Il pieno riconoscimento egualitario dei diritti e dei doveri, l’apertura alla fluidità della società moderna e quindi alle esigenze dei propri cittadini. Noi chiediamo diritti basilari come diritti di assistenza, diritti economici, le cose che possono dare più serenità ad una famiglia e proteggerla. Non chiedo niente di più.
Vi riconoscete nell’immagine che i media italiani dallo dell’omosessualità?
A: No.
M: Dipende! Ad esempio non ci riconosciamo nell’immagine che viene data dai media del Gay Pride. Vuoi anche perché la Tv fa vedere solamente quello che fa spettacolo e non fa vedere le nostre vite per quello che sono davvero. Noi abbiamo uno stile di vita più discreto, spesso non ci riconosciamo nella frivolezza del mondo omosessuale. Per noi la comunità omosessuale sono le tante persone che in caso di bisogno sono pronte a darci una mano, è una rete di confidenti, amici.
A: Non è solamente spettacolo, per noi è una famiglia allargata.
In caso di approvazione della legge avete già in mente come festeggiare?
A: Ci andremo a sposare anche in tuta! Cosi come siamo, sul momento!
M: Si, magari prima un aperitivo! Comunque andremmo di corsa, anche perché abbiamo paura che poi possa essere tutto cancellato da un referendum abrogativo.
A: In fondo vorremmo solo poterci finalmente sentire riconosciuti a pieno come una famiglia.
E se dovesse esserci un referendum abrogativo cosa pensate che succeda? Avete fiducia negli italiani?
M: No, secondo me voterebbero per abrogarla. Anche perché la propaganda della Chiesa italiana e dei populisti in questa è molto forte e demagogica, e l’attacco sarebbe sicuramente sullo strumentalizzare la stepchild adoption confondendo le acque con l’adozione.
A: Io invece sono più ottimista, voglio sperare che gli italiani siano più avanti!
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