A Stezzano (Bergamo) le coppie eterosessuali vengono unite in matrimonio tra affreschi, soffitti alti e mobili d’epoca, mentre le coppie LGBT si ritrovano a celebrare l’unione civile in uno sgabuzzino affollato di scrivanie, faldoni e polvere.
Il sindaco della cittadina, Elena Poma, sostenuta da Lega Nord e Forza Italia, smentisce però ai giornalisti di Repubblica ogni accusa di discriminazione: “Non facciamo differenze tra omo e etero. Io ho anche amici gay, si figuri e la polemica è inutile: a oggi, per questione di carenza di personale, il Comune di Stezzano non è ancora pronto per le unioni civili, quando lo saremo l’ufficio destinato alle firme sarà sistemato. Abbiamo scelto di non utilizzare la sala delle cerimonie perché la firma delle unioni, appunto, non è una celebrazione. È solo una dichiarazione davanti a un pubblico ufficiale“.
La sede del Comune di questo paese di ben 13mila abitanti è situata in una bella villa. C’è perfino una grande scalinata e un’ampia sala, insomma lo scenario ideale per un matrimonio. A patto, però, che la coppia sia eterosessuale, altrimenti niente da fare. Per le coppie omosessuali l’unica stanza messa a disposizione è un piccolo ufficio dell’anagrafe di pochi metri quadrati, senza addobbi né quadri alle pareti. Un stanza occupata da schedari e scaffali pieni di documenti. Di fatto uno sgabuzzino.
Cristina Alicata, sul sito iMille, ha denunciato il trattamento ingiusto che non passa certo inosservato. Postando le due foto della sala e della stanzetta confronto, Alicata ha commentato: “Le foto che vedete sono le foto di due sale. In una vengono celebrati i matrimoni civili per gli eterosesessuali. L’altra è la sala che la sindaca leghista ha destinato alle unioni civili per persone dello stesso sesso. Se commentassi queste foto farei un torto alla potenza delle immagini. Continuiamo a lottare. Non abbiamo ancora finito”.
Dal Comune le testimonianze che arrivano confermano la disparità di trattamento: “Per le coppie che vediamo l’unione civile ha la stessa importanza di un matrimonio, e come tale viene festeggiato e celebrato: abiti da festa, fiori e invitati. Quando spieghiamo qual è la sala destinata alla cerimonia le proteste non mancano mai“.
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Non capisco che senso abbia questo articolo. Il sindaco lo può fare o no? Se non lo può fare perché non c'è un solo Prefetto o un solo Magistrato che contesti questo comportamento? A che cosa servono questi articoli?
Ancora con sta storia??? Se questi sindaci lo fanno significa che lo possono fare. Ormai sono quasi tre mesi che la legge è in vigore e nonostante numerosi episodi, segnalati in gran parte da gay.it, non un magistrato ha inquisito alcun amministratore locale. Non un Prefetto ha contestato reati amministrativi. Quindi è inutile cambiate Comune cercate gente più civile, rassegnatevi anche voi di gay.it. Insomma se continuate a scrivere che discriminano scegliendo sedi diversi visto che i giudici non considerano la cosa reato e così il prefetto allora di cosa parliamo??? O ci prendete in giro voi di gay.it o ci prendono in giro i magistrati e i prefetti. E basta con questa cosa!!! Dobbiamo pure sentire l'omofobo di turno che principia con il classico "ho molti amici gay..." e voi gli date pure cassa di risonanza...